Usavano i bambini per fare le rapine
STRA. Era arrivato il momento di tornare in azione dopo il colpo da 150 mila euro alla gioielleria Simionato di Stra, lo scorso 3 gennaio. La banda avrebbe dovuto colpire ieri in un’altra gioielleria, a Ponte San Pietro, Bergamo, ma tre dei quattro rapinatori venerdì sono stati arrestati dai carabinieri del nucleo investigativo di Venezia che da due mesi seguivano le loro mosse e ascoltavano le loro telefonate. Le manette sono scattate ai polsi di Nunzio Carraturo, ritenuto il capo del gruppo, 68 anni, arrestato a Bergamo, di Rino Cacace, 42 anni, e della fidanzata Samantha Sarcina, 41 anni, arrestati a Milano. I tre, campani residenti in Lombardia, sono per il momento accusati di essere gli autori della rapina di Stra, anche se è possibile che siano stati sempre loro a firmare colpi simili nel Nord Italia, mentre è certo - come emerge dalle intercettazioni - che ne stessero pianificando almeno altri tre: la gioielleria del Bergamasco e altri due negozi a Lodi e a Casale Monferrato. Un quarto uomo, membro del gruppo e presente al colpo di Stra, è tuttora ricercato.
Una banda di professionisti - secondo i vertici dell’Arma veneziana - che entrava in azione solo dopo essersi conquistata la fiducia dei gioiellieri con piccoli acquisti o promesse di acquisto. Visite nelle quali, per inspirare una maggiore simpatia, si facevano accompagnare da bambini, familiari dei tre. La rapina a mano armata alla gioielleria di Stra era stata preceduta da tre visite, la prima il 20 novembre. Per ottenere maggior informazioni sul luogo, la banda aveva anche contatto i proprietari di alcuni locali confinanti con la gioielleria con la scusa di voler aprire una pizzeria per asporto. Poi il colpo del 3 gennaio, con le pistole spianate, e la corda per legare Gianni Simionato. Riempite le sacche da tennis di bracciali, diamanti e collane per un valore di 150 mila euro - merce non assicurata - avevano raggiunto a piedi l’auto lasciata ad alcune centinaia di metri, scappando in direzione di Bergamo.
Pensavano di averla fatta franca, ma non avevano fatto i conti con il senso civico di tre cittadini di Stra. Due, insospettiti da quegli uomini usciti dalla gioielleria con passo spedito e con le sacche sportive, li avevano seguiti fino all’auto, fotografandone la fiancata e una parte della targa - la Xsara Picasso era intestata alla figlia di Carraturo - mentre una donna aveva ben impresso nella memoria il volto di Samantha Sarcina, che nei minuti della rapina se ne stava nei pressi della gioielleria a fare da palo. Altro elemento fondamentale è arrivato dal ritrovamento dalla telecamera interna al negozio che i rapinatori, dopo il colpo, avevano staccato e lanciato nel parco di una villa. Le immagini della rapina erano rimaste registrare mostrando i tre uomini entrati in azione a volto scoperto. Dopo due mesi di indagini, e alla vigilia di un nuovo colpo, i tre arresti. La refurtiva non è ancora stata trovata, ma nel corso delle perquisizioni sono emersi documenti ritenuti utili per le indagini.
IL VIDEO DELLA RAPINA
L’AUDIO DELLE INTERCETTAZIONI
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