Urbanistica e Pat, paralisi nei Comuni

Proteste dai sindaci: «Sette piani sono fermi da mesi, investimenti privati bloccati. La Regione mette i bastoni tra le ruote»
Di Mitia Chiarin

Urbanistica alla paralisi da mesi nel Veneziano per il conflitto sul mancato passaggio di funzioni al nuovo ente metropolitano da parte della Regione Veneto. Sindaci veneziani in subbuglio, con un malcontento bipartisan, e almeno sette Piani di assetto del territorio (Pat) bloccati, stando ai conteggi effettuati dal consigliere metropolitano Nicola Pellicani che lancia l’allarme e, norme alla mano, spiega che «la funzione urbanistica è già da tempo in capo alla Città metropolitana: basta esercitarla» con un chiaro invito al sindaco Brugnaro di uscire «dal completo immobilismo». Dalla giunta regionale di Luca Zaia ieri è arrivata una novità che però crea ulteriori confusioni: lo statuto della Città metropolitana è stato approvato in data 20 gennaio 2016 per cui le competenze sono ora della città metropolitana a tutti gli effetti, è il messaggio che arriva dalla giunta Zaia ma la delibera, pubblicata sul Bur del 10 maggio, non aiuta a capire: la delibera numero 507 ricapitola tutta la vicenda, opera una ricognizione dei procedimenti rimasti ancora in itinere, da trasmettere alla città metropolitana ( ma cita solo quelli di Mira e Camponogara) e nel documento, votato il 19 aprile 2016, lascia intendere che le competenze di Urbanistica, tutela del paesaggio, e di annullamento dei provvedimenti comunali e di poteri sostitutivi passano al nuovo ente. Ma l’ambiguità resta, dicono i pochi che hanno letto l’atto regionale nelle scorse ore.

Dai conteggi sarebbero bloccati da mesi i Pat di Jesolo, Noale, San Michele al Tagliamento, Salzano, Vigonovo, Fossò e Mira e i Pati di Camponogara e di Dolo e Fiesso d’Artico.

Il malcontento tra i sindaci è unanime. «La delega urbanistica spetta alla città metropolitana. Il divieto imposto dalla giunta Zaia è stato superato anche dall’approvazione dello statuto della Città metropolitana e lo diciamo da tempo. Ora capiremo l’effetto di questa nuova delibera regionale ma io ho deciso di convocare la conferenza di servizi sul Pat il prossimo 27 maggio, perché non tollero più che bisticci politici blocchino la pianificazione del mio Comune. Vengano al tavolo e dicano se ci stanno o meno», avvisa Pasqualino Codognotto, sindaco uscente di San Michele al Tagliamento. «Avremmo potuto chiudere questa partita già cinque mesi fa», spiega.

Valerio Zoggia, primo cittadino di Jesolo, di centrodestra, spiega: «Il nostro Pat è bloccato da otto mesi, attendiamo la restituzione per l’adozione. Ci sono proposte importanti di sviluppo e interventi privati che devono svilupparsi in piani di intervento ma che oggi sono fermi. Siamo allo stallo. Secondo il sindaco metropolitano è la stessa legge nazionale istitutiva della città metropolitana ad assegnare la delega urbanistica ma la Regione ha bloccato tutto fino allo statuto, che oggi c’è. È tempo che Brugnaro e Zaia si mettano ad un tavolo, con i rispettivi uffici legali, per sbloccare la situazione perché la pazienza sta per finire. Io sollecito un intervento di Brugnaro che eviti contenziosi e risolva una volta per tutte la questione». Alessandro Quaresimin, sindaco di Salzano, di centrosinistra, avverte: «Il nostro Pat è in attesa di approvazione da marzo 2015. Questo comporta anche lo stop a progetti privati, con conseguenti contraccolpi economici e il rischio di rivalse da parte di qualcuno, che potrebbe avocare un presunto danno economico. La Regione sta tentando di rallentare tirando il freno, non ha concesso la delega prevista dalla legge nazionale. Ci vorrebbe una parola chiara dal ministero per risolvere questo contenzioso». Lo stallo non è più sopportabile anche per il sindaco di Dolo, Alberto Polo, centrosinistra, che ha il Pat rallentato per altre vicende (vecchi ricorsi al Tar poi ritirati), oggi alla fase delle controdeduzioni. «Da sindaco mi auguro di avere quelle risposte, anche minime, che la Provincia ci garantiva. Ma da consigliere metropolitano mi auguro che questo ente possa avere una marcia in più, una valenza superiore che tutti ritengono necessaria».

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