Uova e pesce marcio, la festa di laurea diventa “battaglia”
Lancio di uova marce, farina come se piovesse, chiazze di vomito, bottiglie rotte e, a dare il tocco finale e il giusto olezzo, pesci morti. Santa Margherita come un campo di battaglia per la prima festa di laurea dello Iuav che giovedì scorso non si è fatta mancare nulla, costringendo i negozianti a tenere abbassata la sarcinesca, gli esercenti a ritirare alla svelta sedie e tavoli e i residenti a fare gimcana tra vetri, frittate e liquidi organici.
Tre giorni dopo gli abitanti sono ancora inferociti e annunciano tutte le iniziative possibili, inclusa quella di presentarsi in massa nella sede dei vigili urbani ai giardini di Papadopoli per chiedere più controlli e più interventi soprattutto nei giorni roventi delle feste di laurea. Quella della settimana scorsa, infatti, non la dimenticheranno per molto tempo.
«E’ andata avanti tutto il giorno fino alle tre di notte - racconta la portavoce del Comitato Santa Margherita, Maria Cuccarolo - in un delirio di ragazzi che si spogliavano, che si rincorrevano per il campo tirandosi dietro la farina, le uova, i pomodori, persino, il pesce andato a male». La goliardata ha preso una brutta piega quando l’alcol ha iniziato a fare i suoi effetti. L’euforia della conquista della corona d’alloro mescolata alle colossali bevute ha prodotto corposi rigurgiti intestinali e pipì irrefrenabili che hanno tapezzato il campo e le calli vicine.
«Uno spettacolo indecente - continua la portavoce del comitato - Santa Margherita sembrava un campo di battaglia. Abbiamo chiamato i vigili urbani due volte ma ormai la situazione era fuori controllo». Per riparare le vetrine da uova e farina alcune negozianti hanno dovuto abbassare la sarcinesca, perdendo così l’incasso della giornata. Idem per gli esercenti, i cui clienti se la sono data a gambe non appena si sono ritrovati sotto il fuoco incrociato di sogliole puzzolenti e pomodori in avanzato stato di decomposizione. «Siamo vittime del malcostume e della mancanza di presidio - dice il segretario dell’Aepe, Ernesto Pancin - è ovvio che di fronte a spettacoli del genere la gente scappi. Il presidio interforze che era stato promesso da tempo è il solo deterrente a situazioni del genere».
Ma il presidio fisso non c’è, le feste di laurea impazzano e gli addetti di Veritas hanno impiegato quattro ore, venerdì mattina, per rilupilòire il campo. «Il diritto alla salute dei residenti non viene tutelato - continua Mara Cuccarolo - ormai è un problema di ordine pubblico. La festa della settimana scorsa si annuncia infatti come l’inizio della stagione delle lauree. Ci siamo rivolti anche a Ca’ Foscari e allo Iuav ma ci hanno risposto che quel che accade al di fuori delle aule non è affar loro». Se gli esposti, le denunce, le querele, le proteste, gli altoà non hanno sortito gli effetti sperati (e sono già costati 13 mila euro in avvocati e carte bollate), il comitato annuncia che alla prossima festa troppo gaudente si presenterà compatto dai vigili urbani per chiedere un presidio immediato.
Scaduta l’ordinanza sui pianini del 2008, nel frattempo, cinque locali hanno fatto richiesta a Ca’ Farsetti per avere il plateatico. E sullo spazio occupato da bar, tavolini, obrelloni, fioriere e menu giganti si annuncia un’altra battaglia.
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