«Un’opera inutile, Brugnaro può bloccarla»
Non c’erano solo i ragazzi del Coordinamento studenti medi ieri pomeriggio a protestare pacificamente (anzi erano in pochi in confronto agli altri), ma c’erano residenti, comitati e cittadini che un’altra opera “inutile e cara” non la vogliono a nessun costo, perché sono convinti che non andrà a finire bene e temono che sul groppo se la ritroveranno i loro figli.
Dina Volpato di via delle Messi, tutti i capelli bianchi in testa, è arrivata in carrozzina. «C’è già via Martiri, a cosa serve una strada in più?». A fianco a lei, una signora che sta in via Ca d’Oro: «È talmente tanto che ne parlano, che speravamo non la facessero più, che riparassero le strade distrutte, rimettessero in sesto le case da restaurare, visto che i nostri figli sono tutti senza lavoro. Perché non fanno lavorare le imprese di restauro?». Un problema che sempre in più pongono. E aggiunge: «Ci sono le camionette della polizia come se fossimo disonesti, qua dentro disonesti non ce ne sono, qui gira tutto al contrario, noi siamo gli onesti, si sbaglia bersaglio». Altra osservazione serpeggiata.
«È una strada inutile», commenta l’autonomista Stefano Chiaromanni, «l’ha detto anche il sindaco, allora perché non dirottare l’appalto? Senza contare che una parte dei costi non sono coperti, si rischia meno a pagare la penale che andare avanti».
Michele Boato, seduto assieme all’associazione AmicoAlbero, riassume i punti: «La Vallenari bis non è necessaria, non lo è mai stata e lo è sempre meno dopo lo sviluppo di via Martiri. È spinta solo da interessi immobiliari, la costruzione di case e grattacieli pesanti e inutili quando Mestre perde mille abitanti l’anno». Da ultimo: «La penale c’è, ma non si calcola sui 17,5 milioni totali, ma sui 7 della sola strada, quindi molto meno del 10 per cento e non si tratta di penale ma indennizzo su cessata urgenza. Quando sbagli paghi la penale, qui c’è una valutazione diversa, sono passati vent’anni, è decaduta l’utilità. Non capisco la posizione dell’assessore Boraso, inspiegabile e insostenibile, visto che tutte queste cose le sa».
«Dieci anni fa a Favaro avevamo votato contro», chiariscono Adriano Beraldo e Mario Torcinovich, «già allora per noi non era necessaria e volevamo convertirla in un by-pass ciclabile». Una strada fuori tempo massimo, bollata con cartellino rosso, che il Comune non si può permettere. «Vogliamo vedere una svolta», commenta Debora Esposti, «un’inversione di rotta, questo è il momento per Brugnaro se vuole dimostrarcelo. I vizi di forma ci sono, è una speculazione, il Comune è in fallimento, allora fermatela, fate analisi costi-benefici, i cittadini non la vogliono e preferiscono la penale, bloccate almeno questa». Tra i tanti anche il comitato di viale San Marco, con Alberto Alberti. E c’è chi fa notare che la Vallenari prima parte, è la strada meno frequentata del comune.
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