Uno spiraglio per Thetis nuovo piano industriale
Si apre uno spiraglio concreto per la salvezza di Thetis e dei suoi dipendenti all’Arsenale. Il destino della società nata come polo tecnologie marine e poi - passata sotto il controllo del Consorzio Venezia Nuova - rafforzatasi anche nel campo dello sviluppo sostenibile e della ingegneria ambientale, sembrava segnato. Dopo che già una ventina di dipendenti hanno lasciato l’azienda, il destino sembrava quello della svendita o della messa in liquidazione, con prospettive incerte per i circa 120 dipendenti ancora in servizio. E invece, pochi giorni fa, in occasione dell’Assemblea dei Soci che ha approvato il bilancio consuntivo 2016, la svolta.
È stata messa in minoranza la “cordata” di imprese storiche del Consorzio come Mantovani, Condotte e Fincosit che hanno votato contro o si sono astenute sul bilancio, chiuso comunque in passivo. Ed è invece passata la linea del commissario del Consorzio, Giuseppe Fiengo, che punta al rilancio della società e a un nuovo piano industriale, pur con l’indispensabile abbattimento dei costi.
Fiengo ha aperto infatti l’Assemblea evidenziando le competenze e il valore di Thetis. Era presente per la prima volta nella storia di Thetis anche il nuovo provveditore alle opere pubbliche Roberto Linetti. Una presenza che è stata salutata positivamente dai lavoratori di Thetis finalmente come segno della presenza dello Stato e della possibilità di avere un diverso clima più costruttivo nei confronti della Società. Significativa anche la presenza del Comune di Venezia con l’assessore alle Aziende Michele Zuin e il delegato al Lavoro Paolino D’Anna, giustificata anche dal fatto che Actv possiede ancora il 5% delle quote di Thetis.
L’Assemblea ha dato mandato all’azienda di preparare un nuovo Piano industriale per ridurre fortemente i costi dell’azienda nel tentativo appunto di non toccare l’occupazione.
La questione dei 23 dipendenti di Thetis distaccati ai laboratori del Provveditorato ex Magistrato alle Acque per occuparsi del disinquinamento è strettamente legata all’assegnazione delle competenze, non ancora definite, relative alla salvaguardia di Venezia. Si tratta di capire se saranno attribuite alla Città metropolitana o se forse nascerà un’agenzia per Venezia. Aspetti politici-istituzionali non ancora stabiliti che continuano a riguardare da vicino anche Thetis.
Nel corso dell’Assemblea è emerso che Thetis - pur in passivo - vanta crediti per un valore di circa 12 milioni (bilancio relativo all’esercizio 2015) per lavori vari, ancora da incassare. Considerando che la società si è aggiudicata recentemente anche alcune commesse a livello internazionale, ci sarebbero gli spazi nella gestione post-Mose per un nuovo ruolo della società all’Arsenale.
«Finalmente una buona notizia per Thetis. Il mutato atteggiamento dei soci pubblici», commenta il consigliere comunale del Pd, Nicola Pellicani, che aveva seguito la vicenda, «apre una prospettiva per l'azienda dell’Arsenale, che conta circa 120 dipendenti. Mantovani e soci vogliono liquidare la società dimostrando scarsa lungimiranza e nessuna strategia imprenditoriale. Thetis rappresenta in città un’eccellenza, è tra le più qualificate realtà di ingegneria italiane e costituisce una delle poche alternative alla monocultura turistica imperante a Venezia. È uno dei soggetti con le carte in regola per candidarsi in modo trasparente a gestire il Mose».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia