«Uniti in difesa dei 91 operai della Ilnor»
Avanti diritti con i 91 operai, garantire la dignità del lavoro e non si molla di un centimetro, dal Comune di Scorzè ai rappresentanti in Regione passando per quelli a Roma.
Questi i messaggi partiti dal Consiglio straordinario di ieri davanti ai cancelli della Ilnor di via Moglianese. Un Consiglio durato dalle 19 per un’ora e 20 minuti in una sede “anomala” dove si sono radunate più di 100 persone. Ormai nel mirino c’è l’incontro del 16 maggio al Ministero dello Sviluppo Economico a Roma, dove ci si vuole arrivare con l’impegno unitario di mantenere aperto lo stabilimento e scongiurare il trasloco a Brescia, sede della casa-madre di Eredi Gnutti Metalli. Tanti i politici; dai Comuni di Martellago, Spinea, Mirano, Salzano, Mogliano, Zero Branco, oltre al deputato del Movimento 5 Stelle Emanuele Cozzolino, il vice presidente del Consiglio Veneto Bruno Pigozzo e l’esponente della Lista Zaia in Regione Gabriele Michieletto.
Sindacati. Ai delegati della Fiom Cgil e della Fim Cisl il compito di spiegare a tutti come stanno le cose, partendo dalla vicenda della trattativa conclusa a fine gennaio con 80 lavoratori che sarebbero dovuti rimanere in Ilnor per un anno, mentre a fine marzo l’azienda ha comunicato la volontà di trasferire tutto in Lombardia. «Ci sentiamo traditi», dice Christian Modesto della Rsu Fiom Cgil, mentre Giuseppe Minto di Fiom Cgil Venezia chiede che si trovino delle soluzioni, «perché non c’è solo Alitalia ma tante fabbriche presentano il nostro caso». Fim Cisl punta a riaprire il dialogo con l’azienda. «La situazione è drammatica», spiega il segretario generale di Venezia Stefano Boschini, «ma il tavolo dev’essere riaperto». Per Michele Tagliapietra, della Rsu di Fim Cisl si fatica ad andare avanti. «Le persone non hanno più lo stesso sostegno economico di prima», aggiunge.
Chiarezza. Un vocabolo usato spesso dal sindaco Mestriner, che non ha risparmiato delle stoccate alla proprietà. «Il Consiglio avrebbe potuto tenersi dentro la Ilnor», attacca, «ma abbiamo preferito farlo in strada dopo il vergognoso atteggiamento della proprietà che sabato 22 aprile ha impedito all’onorevole Gugliemo Epifani, invitato dagli scioperanti, di entrare in fabbrica. Dobbiamo stare al fianco dei lavoratori». Il segretario metropolitano del Pd e consigliere a Scorzè, Gigliola Scattolin, punta sull’unità. «Dobbiamo difendere gli operai», osserva, «le loro famiglie e non accettiamo la dismissione di attività che possono avere un futuro».
Traffico. Alle 18 la provinciale è stata chiusa al traffico e riaperta poco dopo le 21. Non ci sono state particolari code e i veicoli sono stati deviati lungo la provinciale 106, per chi giungeva da Mogliano, o su via Campocroce per quelli provenienti da Scorzè.
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