Unità d'Italia, in Consiglio si canta l'Inno ma la Lega lo diserta
Al via le celebrazioni per i 150 anni. Al Consiglio comunale straordinario di Venezia il coro della Fenice ha cantato l’Inno di Mameli. La Lega ha disertato la seduta. Biglietti esauriti invece per il "concerto tricolore" di mercoledì sera alla Fenice, dove è prevista una clamorosa protesta per i tagli del governo
Bandiere tricolori esposte a Venezia. Cresce la «febbre» per la ricorrenza dei 150 anni dell’Unità d’Italia che si celebrerà giovedì 17 marzo. Nei negozi e nelle bancarelle le bandiere italiane vanno a ruba. E in molti invitano a esporle sventolarle
VENEZIA. «Molti veneziani hanno lottato e alcuni, giovani, sono morti per l'Italia Unita: Ulloa, Pepe, Rossarol, i fratelli Bandiera, i più conosciuti Daniele Manin e Tommaseo. Venezia è stata impropriamente usata ideologicamente, la sua iconograficamente marciana accompagna i movimenti autonomisti, localistici e secessionisti che insidiano l'unità nazionale. Al contrario, ha un'intima natura unitaria: è votata a costruire ponti tra le diversità e ad aprirsi al prossimo». Così, ieri, il sindaco Orsoni nel corso del Consiglio comunale straordinario che ha aperto la settimana di celebrazioni veneziane per il 150º anniversario dell'Unità d'Italia: schierata l'intera giunta, in prima fila le autorità, in aula 31 consigliesu 46.
Il pdl Boraso risponde all'appello con un «Viva l'Italia», il comunista Bonzio si lega al collo il tricolore dell'Anpi, i consiglieri pd hanno tutti la coccarda, il giovane udc Venturini sfoggia un fazzolettino tricolore nel taschino, il consigliere Scarpa (Lista Brunetta) è quasi sull'attenti. Assenti per decisione politica i 5 consiglieri della Lega, che pure hanno tutti richiesto (fa notare il presidente del Consiglio Turetta) l'invito per il concerto della Notte del Tricolore di domani sera alle Fenice di musiche verdiane risorgimentali, aperto dall'Inno.
«Per me l'unica data da festeggiare è il 25 marzo, 1590º anniversario dell'unica vera Repubblica, quella di Venezia: questi 150 anni sono solo un incidente, spero che i miei figli vedranno il gonfalore e la bandiera d'Europa sventolare a Ca' Farsetti», proclama intimamente secessionista il consigliere Giovanni Giusto. Invece, a risuonare ieri a Ca' Loredan è stato l'Inno d'Italia, per le voci dei maestri del coro del teatro la Fenice. Poi la prolusione dell'ex procuratore generale e consigliere Udc Ennio Fortuna, che in apertura pare replicare proprio ai più estremi secessionisti: «L'articolo 5 della Costituzione dice che l'Italia è una e indivisibile, ma aggiunge che la Repubblica promuove autonomie locali e il più ampio decentramento: il federalismo vi è ricompreso. L'Italia è una e indivisibile: l'Unità può essere superata solo per via rivoluzionaria, con la violenza, non con le leggi». Bruciati, ieri, in un battibaleno gli inviti al concerto risorgimentale alla Fenice: cittadini in coda (lunga) sin dalle 8, con qualche protesta degli esclusi.
«Abbiamo distribuito 400 inviti», replica il soprintendente Chiarot. Domani, giornata clou delle celebrazioni. Inizierà la Provincia con il suo Consiglio straordinario al quale ha invitato tutti i 44 sindaci del veneziano (la Lega ha già fatto sapere che non ci sarà, ma la presidente Zaccariotto sarà presente): lezione storica di Michele Gottardi su «Da sudditi a cittadini: Venezia nell'800» e di Marco Borghi su «L'irrisolta questione della modernità: Venezia nel Novecento». Quindi concerto per l'Unità d'Italia e relazione di Paolo Cattelan su «Venezia e l'Unità: musiche dal 1782 al 1860». Quindi, alle 17.30, l'inaugurazione della mostra «Aspettando l'Italia: 1850-1866» nella sala monumentale della Marciana. E, alle 18.30, apertura al museo Correr della mostra «Venezia che spera: 1859-1866». Correr e Marciana aperti fino alle 22.
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