Un'isola in aiuto dei piccoli che sperano di vivere
Un gruppo di bambini sordomuti della zona più colpita dalle radiazioni di Chernobyl arriverà al Lido per curarsi. C'è chi si prende le ferie per seguirli, imprenditori che offrono aiuti e i consiglieri municipali che si autotassano per acquistare batterie acustiche
LIDO DI VENEZIA. Tutta un’isola si sta mobilitando per l’arrivo di un gruppo di bambini sordomuti, quasi tutti orfani, provenienti da una delle zone più colpite dal disatro nucleare di Chernobyl. Al Lido infatti volontari, parrocchie e imprenditori accoglieranno i “Bimbi di Rechiza” che arriveranno venerdì 8 per una settimana di mare per permettere allo iodio di distruggere i radionuclidi che minano il loro corpo.
Cure. Una settimana di iodio permette infatti di allungare di due anni la loro aspettativa di vita. Il loro paese, Rechiza, è nel governatorato di Gomel, devastato dalla ricaduta della nube radioattiva che ha avvelenato terra, acqua e aria.
Per far questo una ventina di persone si è presa le ferie e si è resa disponibile: «Dobbiamo essere tanti perché questi bambini hanno bisogni particolari: ad esempio quando li portiamo al mare ci dev’essere un volontario per ogni bambino dato che in caso di pericolo questi piccoli non possono nemmeno chiedere aiuto».
Volontari. I bimbi dormiranno nelle camerate del monastero di San Nicolò e potranno seguire il loro programma terapeutico grazie all’impegno di un gruppo di imprenditori e associazioni: Venezia spiagge, Puppola Trasporti, i ristoranti Gran Viale, Ai do Mati, La Botte e Cristallo, l’azienda agricola i sapori di Sant’Erasmo, il panificio Pavan, i supermercati Coop 3.0, Conad City, Prix Quality, Elena danza and fitness, i Vigili del fuoco, la Protezione civile cinofila, l’associazione Un sorriso per Leo e il Comitato festeggiamenti di Malamocco dove i piccoli saranno ospiti già sabato della Festa della Madonna di Marina.
Aiuti. Un gruppo di consiglieri della Municipalità del Lido, poi, si è autotassato per comprare batterie per gli apparecchi acustici. «I piccoli sono molto poveri e la scuola non naviga in buone acque», spiega una consigliera, «e per risparmiare le batterie le tengono accese solo durante le ore di lezione. Ora speriamo di poterli aiutare a integrarsi anche con gli altri».
Il gruppo di volontari sta anche raccogliendo fondi per dotare il loro orfanotrofio di finestre, adattandolo al duro clima dell'inverno bielorusso. Una squadra di rugby, i Putei Veci, ha organizzato un’asta di beneficenza di maglie da gioco, raccogliendo una discreta somma per dotare almeno una camerata di finestre termiche. Per conoscere questi bambini e per informazioni si possono contattare i volontari al 328.4589491
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