Unioni civili, la Lega di Musile si smarca dal suo leader Salvini

Il sindaco Silvia Susanna ha celebrato il rito tra due donne iscritte al Carroccio: «Mi sono confrontata con il direttivo del partito e ho avuto il via libera per la cerimonia». Schibuola: «Io non lo avrei fatto»
COLUCCI - DINO TOMMASELLA - MUSILE DI P. . SALVINI CON SUSANNA (CAND. SINDACO LEGA NORD)
COLUCCI - DINO TOMMASELLA - MUSILE DI P. . SALVINI CON SUSANNA (CAND. SINDACO LEGA NORD)

MUSILE. Unioni civili censurate dalla Lega a Oderzo, ma tollerate a Musile, dove il Carroccio si smarca dal suo leader Salvini. Mentre il sindaco opitergino in questi giorni, Maria Scardellato, ha celebrato l’unione in municipio di due uomini, la collega Silvia Susanna, il primo ottobre, aveva celebrato un po’ in sordina quella di due donne, Lucia e Beatrice, primo caso nel Basso Piave e a Musile, feudo inespugnabile della Lega. Due donne, ora unite civilmente, che oltretutto risultano iscritte alla Lega dal maggio scorso, a testimoniare che anche nel Carroccio sbocciano più o meno serenamente amori tra persone dello stesso sesso. Dure e pure anche loro, dunque. A Oderzo si sono sollevate le ire persino di Salvini, pur con tanti distinguo nel Carroccio, e il caso è salito agli onori della cronaca evidenziando l’ostruzionismo leghista che ha legittimato l’obiezione dei primi cittadini. La Scardellato ha rischiato l’espulsione.

Ma a Musile, la terra del vice governatore del Veneto, Gianluca Forcolin, che qui era stato deputato e sindaco, non ci sono state particolari obiezioni. Oggi il sindaco è Silvia Susanna, coccolata dalla Lega del Basso Piave e protetta dell’ex parlamentare, e nessuno ha mosso un dito. Eppure la base leghista, e anche il centrodestra che fa riferimento a Forza Italia, è più che mai in fermento e storce il naso davanti a questa unione di cui infatti non si è parlato molto, almeno pubblicamente.

Dalla confinante San Donà, il segretario della Lega, Alberto Schibuola, è stato molto tranciante: «Ognuno agisce secondo la sua coscienza, se fossi io sindaco non le celebrerei». I commenti della base, nei bar e sulle strade e piazze cittadine, sono ancora più duri e censori riguardo le unioni civili e la celebrazione alla destra del Piave. Sta di fatto che è esploso il caso Musile dopo che a Oderzo lo stato maggiore della Lega è stato così severo nei confronti della Scardellato, tanto che qualcuno si è spinto a chiederne la testa.

Silvia Susanna non si scompone e racconta i retroscena con la massima serenità. «Prima di celebrare l’unione tre le due signore», racconta il primo cittadino di Musile, «mi sono documentata. Nella Lega si è parlato di obiezione e della possibilità di delegare al vice sindaco, in questo caso Vittorino Maschietto che si è sempre dichiarato a favore, o a un funzionario. Ma un vero leghista si prende le sue responsabilità e così ho fatto io. Allora ho voluto parlarne con il mio segretario di sezione, Gianni Tamai, ed è stato convocato un direttivo nel quale abbiamo discusso tutti assieme. E la decisione è stata di celebrare l’unione».

Il segretario Gianni Tamai non si sottrae: «Noi ne abbiamo parlato in segretaria ed è stato convocato un direttivo che ha dato mandato al sindaco di poterlo fare. Non ci sono circolari della Lega, solo si è parlato di obiezioni di coscienza. E poi non è un matrimonio, che noi non vogliamo, ma un’unione civile che è cosa ben diversa. Il sindaco è di tutti i cittadini e quindi se l’è sentita di celebrare non ci sono stati e non ci saranno problemi».

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