Unione Comuni, si parte dalla polizia locale
Unione dei Comuni, un primo incontro a San Donà. Il punto di partenza saranno le polizie locali, ma presto il Basso Piave potrebbe essere oggetto di una rivoluzione dei servizi molto più ampia. La partecipazione è stata molto alta, tanto che un po’ tutte le amministrazioni comunali del territorio erano presenti.
Un segnale positivo secondo l’ospite, il sindaco Andrea Cereser. «Il gran numero di sindaci, amministratori e dirigenti dei Comuni del Veneto Orientale all’incontro sulla collaborazione tra i Comuni dimostra un interesse per la materia che solo qualche anno fa sarebbe stato impensabile», ha subito commentato Cereser al termine del convegno. La giornata è stata presentata da Luciano Gallo, direttore della Federazione dei Comuni del Camposampierese, che governa oltre centomila abitanti. Da dieci anni è un modello in Italia per la collaborazione tra enti locali e presenta molte aspetti simili a questo territorio.
Tra gli elementi principali presentati, l’analisi della riforma Delrio e la centralità che assegna alla figura del sindaco non solo in ambito comunale, ma anche per ciò che riguarda la Città Metropolitana e le Unioni di Comuni. «Tra gli elementi che hanno suscitato maggiore interesse la previsione che nessun tipo di Unione sia soggetto al patto di stabilità», precisa Cereser, «inoltre c’è generale consapevolezza e approvazione che gli attuali 11 livelli di governance siano davvero eccessivi e vanno ridotti. Altro elemento chiave è l’analisi della riforma regionale della polizia locale, avviata ufficialmente nel giugno scorso. La riforma, attualmente in Commissione, prevede i distaccamenti di polizia locale, comprendenti più Comuni, con un unico comandante scelto dai vari enti locali che ne fanno parte. La stessa Federazione del Camposampierese iniziò come unione delle funzioni della polizia locale e proprio questo ambito, insieme alla protezione civile, sono tra quelli che più si prestano alla collaborazione tra Comuni», conclude Cereser, «forme di collaborazione vengono imposte anche dalla stessa geografia del nostro territorio, penso al controllo del Piave per il quale nulla è stato fatto dall’alluvione del 1966, perciò potrebbero essere questi i settori in cui valutare le possibilità di collaborazione».
C’è anche chi a queste unioni non crede e ha fornito dei dati. L’ex deputato Luciano Falcier ha messo in guardia su quelli che ritiene finti risparmi e contro la città metropolitana e l’egemonia di Venezia. (g.ca.)
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