Un’altra operazione per Giuliana Barolo
CINTO. Nuovo intervento chirurgico ieri pomeriggio per Giuliana Barolo, la 73enne, colpita giovedì mattina da una fucilata alla gamba destra esplosa a distanza ravvicinata dal marito, il pensionato Antenore Maculan, 79 anni, che ora è rinchiuso nel carcere del Castello a Pordenone. Barolo resta fuori pericolo, ma la sua degenza in ospedale sarà piuttosto lunga.
Si parla di settimane a Mestre e poi di rieducazione a Portogruaro. Infatti i pallini esplosi dall'arma hanno lesionato la gamba destra. Le operazioni altro non sono che interventi di chirurgia plastica, per la ricostruzione della pelle. A darne notizia è Martino Barolo, un artigiano di Conca d'Adige, che lavora nel settore della ferramenta e dell'artigianato, nipote della donna. I figli dei due pensionati, Diego e Daniele, non vogliono invece parlare con nessuno. Sono in ospedale, all'Angelo di Mestre, e passano con la madre ogni giorno. Così è Martino a spiegare cosa sta provando, soprattutto la famiglia di lei, in questi giorni. «Su mio zio non voglio fare commenti. Meno se ne parla e meglio è, per tutti. In questi anni è sempre stato molto strano», dice, «e strano è sembrano anche nei giorni che hanno preceduto quel suo gesto». Secondo Martino Barolo, infatti, quella mattina i suoi zii dovevano andare al mercato, a Cinto, per fare compere. Al mercato, come tutti sanno, non ci sono arrivati. «Mia zia gli diceva da giorni di andare dal medico», aggiunge Martino Barolo, confermando il possibile movente del tentato omicidio, «ma lui non andava. Quel giorno mia zia non si trovava in bagno. Aveva appena finito di prepararsi per andare al mercato. Lui imbracciava il fucile. A un certo punto mia zia gli ha chiesto il motivo per il quale impugnasse l'arma. Lui ha risposto sparandole contro a bruciapelo. Lei poi ha esclamato “hai rovinato i nostri figli”». Un racconto drammatico, che più di tanto non aggiunge a quanto i carabinieri hanno trasmesso al pubblico ministero di Pordenone, Marco Brusegan, il magistrato che ha chiesto la custodia cautelare in carcere (richiesta accolta dal gip Alberto Rossi).
Si fa sempre più difficile dunque il lavoro dell'avvocato Guido Galletti, del foro di Treviso, che ha assunto la difesa di fiducia da Antenore Maculan. «Vorrei tanto parlare con qualcuno dei figli», ha dichiarato Galletti, «anche perché una sistemazione alternativa al carcere va trovata. Il mio assistito, alla sua età, non può stare richiuso in un carcere»».
Rosario Padovano
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