Un’altana per Anish Kapoor nella casa a San Polo del grande scultore
VENEZIA. Un’altana a Venezia per Anish Kapoor. Il sessantaquattrenne artista anglo-indiano, uno dei più grandi scultori contemporanei, famoso in tutto il mondo per le sue grandi e affascinanti installazioni, ha infatti da pochi anni acquistato un piano nobile di 400 metri quadri in un palazzo d’epoca a San Polo, vicino all’Aman Hotel, già teatro delle nozze in laguna tra George Clooney e Amal Alamuddin.
Kapoor, che vive e lavora a Londra ma ama molto la nostra città, ha ristrutturato il suo appartamento veneziano, chiedendo e ottenendo dal Comune tra l’altro l’autorizzazione paesaggistica per l’apertura di un foro per finestra. Ora, appunto, è la volta dell’altana - una “ricchezza” veneziana riservata a chi vive agli ultimi piani e ha la possibilità di realizzarla, godendosela soprattutto in primavera e d’estate per prendere il sole - per la quale ha già ottenuto il permesso di costruire e che realizzerà, passando dall’interno del suo appartamento, con una lieve modifica della copertura per l’inserimento dei gradini di accesso.
Kapoor riprende così la tradizione dei grandi artisti contemporanei stranieri che scelgono di prendere casa a Venezia, sia pure dividendola, probabilmente, con altre dimore in giro per il mondo. C’era stato tra gli altri, diversi anni fa, il pittore pop statunitense Jim Dine, che si fermò per un anno per preparare in laguna una sua mostra poi allestita a Ca’ Pesaro. Sono, poi, numerosi gli artisti stranieri che, con discrezione, vivono a Venezia o comunque hanno qui un domicilio.
Per quanto riguarda invece Anish Kapoor e i suoi legami con Venezia, iniziano già nel 1990, quando scelto come artista rappresentante della Gran Bretagna alla Biennale Arti Visive numero 46, vince subito il Premio Duemila dedicato ai giovani,con le sue grandi pietre di arenaria scavate all’interno con un pigmento blu che dà loro un senso di profondità assoluta.
Poi tornerà ancora, con le sue opere, e l’ultima volta è stata alla Biennale del 2011, con la sua mega installazione Ascension, all’interno della Basilica di San Giorgio Maggiore, che fece molto discutere, anche per la collocazione all’interno di un edificio sacro. Un’installazione che materializzava il paradosso della colonna di fumo: un vortice di fumo bianco si sprigionava infatti verso l’alto da una base circolare posta in corrispondenza dell'incrocio fra transetto e navata della maestosa Basilica. Una sua scultura permanente è anche nel Giardino della Collezione Guggenheim, a Ca’ Venier dei Leoni.
Iil fascino di Venezia ha evidentemente colpito anche un'artista come Kapoor che non si è accontentato di passarci ogni tanto per la Biennale, ma ha deciso proprio di stabilirvisi. In Italia Kapoor ha progettato per il Parco nazionale del Pollino, in Calabria, un’opera dal titolo Earth Cinema: un cinema di terra, un “taglio” scavato nel sottosuolo (45 metri di lunghezza) in cui le persone potranno entrare dai due lati. E ha tenuto una grande mostra lo scorso anno al Macro di Roma. Ha fatto scalpore quest’estate la notizia di un turista italiano finito in ospedale perché caduto in una sua installazione a Porto (in Portogallo), intotolata “Discesa nel Limbo”, nel tentativo di capire se si trattasse di un’illusione ottica o di un reale foro nel pavimento, come in realtà era.—
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