Una vita di studi e ricerche per pochi attimi di luce
MESTRE. Ore, notti, e poi settimane, mesi e anni passate a studiare il buio, in attesa di quell’unico lampo, quel fulmine capace d’illuminare il cielo per pochi attimi che restano sospesi per sempre nella storia. Perché lo studio dei meteoriti è una passione totalizzante, qualcosa che rapisce completamente e gli stessi meteoriti sono classificati e studiati da una ristrettissima cerchia di persone che in tutto il mondo si stimano e mantengono rapporti strettissimi. Anche ieri, mentre tutti dormivano, l’attrezzatura scientifica degli appassionati stava scrutando il cielo.
Enrico Stomeo, responsabile meteore per l’Unione Astrofili Italiani di Scorzè, ha ripreso il bolide con tre diverse telecamere astronomiche, attrezzatura dotata di ottiche più uniche che rare, tarate sulla densità atmosferica e il possibile inquinamento luminoso del luogo specifico. «Sì, il superbolide è stato registrato da tre diverse apparecchiature. Il “lavoraccio” inizia ora, con il filtro e la riunione dei diversi frame in un unico filmato che sia scientificamente rilevante».
Il ristretto club di esperti in meteoriti ha a Venezia due importanti esponenti. Oltre a Enrico Stomeo in laguna abita Maurizio Eltri, uno tra i più conosciuti specialisti a livello mondiale di meteoriti. Entrambi fanno parte dell’Associazione astrofili veneziani. «Per capire cosa intendiamo per superbolide è necessario fare un passo indietro», spiega Eltri, «Una meteora è ciò che si vede, cioè il fenomeno nel cielo. La grande scia luminosa che ha illuminato a giorno la volta celeste questa notte era una meteora. Il corpo che causa la scia è invece il meteoroide. Il meteoroide con il suo ingresso nell'atmosfera terrestre causa la ionizzazione dell'aria e quindi la scia e il rumore. Se una meteora è molto luminosa, diciamo che è paragonabile a quella della luna piena si chiama bolide. Vuol dire che prima dell’ingresso in atmosfera ha una massa di 100 chili». Durante il suo viaggio nell’atmosfera il meteoroide provoca un rumore abbastanza intenso, come di tuoni e può avere una traiettoria strana, magari non perfettamente rettilinea. Può anche avere delle esplosioni. Entrambi i fenomeni sono dovuti alla particolare forma del corpo celeste, che può muoversi o spezzarsi in frammenti.
Poi c'è quello che tutti sperano. «Vero», sorride Eltri, «se il meteoroide tocca il suolo, almeno con qualche frammento che non venga consumato dall'attrito con l'atmosfera, allora quello è il meteorite, quello che tutti cerchiamo».
Quello della notte scorsa non è un fenomeno usuale. «No - spiega Eltri - si è trattato di un fenomeno locale, cioè visibile entro un raggio di un centinaio di chilometri. Per la nostra zona è raro. Quello di ieri notte è stato molto luminoso, al punto che ha solarizzato le riprese effettuate ed è risultato più luminoso della luna piena e può essere quindi classificato come un super bolide».
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