Una vita con le mani nei capelli: Lorenzo, il barbiere di Mestre

Lorenzo Terrin, 72 anni, gestisce da dieci lustri il negozio in corso del Popolo. «La concorrenza cinese? Sono lavoratori leali, qualcuno è anche molto bravo»

TREVISO Il barbiere è un mestiere che non tramonta mai nonostante la grande concorrenza portata dai saloni aperti dai cinesi nella nostra città.

Lorenzo Terrin, per tutti gli amici e clienti semplicemente Renzo, nato nel 1948 a Fossò, da cinquant’anni ininterrottamente svolge la sua professione di barbiere nel salone Renzo in corso del Popolo a Mestre.

«Ho iniziato questo lavoro a 11 anni nel 1959 a Fossò apprendendo tutti i “trucchi» del mestiere fin da ragazzino», racconta con una vena di malinconia Lorenzo Terrin, «poi una volta diventato “esperto” e aver seguito vari corsi sono arrivato a Mestre nel 1970 diventando dipendente di Renzo Gambillara che all’epoca era il titolare del salone e guarda caso aveva il mio stesso nome tant’è che è rimasto tale.

«Poi nel 1985», continua Renzo, «sono diventato contitolare e nel 1990 quando andò via Gambillara presi la titolarità del salone assumendo mia figlia Laila che poi è diventata negli anni mia socia».

Nel corso di cinquant’anni chissà quanti episodi curiosi o clienti particolari saranno passati?

«Più che un episodio curioso direi un fatto che posso definire di cronaca. Negli anni Settanta tra i miei clienti figuravano i fratelli Piergiorgio e Vittorio Coin, sempre e solo nel mio salone per il taglio dei capelli e la barba. Purtroppo quando iniziarono le famose vicende legate alle Brigate Rosse e in particolare i sequestro e l’uccisione dell’ingegner Taliercio, i fratelli Coin essendo famosi imprenditori e nell’occhio del mirino sotto l’aspetto del possibile sequestro non poterono più venire a tagliarsi i capelli nel mio salone in quanto proprio in corso del Popolo a due passi da via Milano dove era residente il povero Taliercio. Questo il ricordo più vivo nella mia mente per quanto concerne il lavoro».

Con la concorrenza dei cinesi è diminuito il lavoro?

«La loro concorrenza è assolutamente leale, fanno il loro lavoro e più di qualcuno è anche bravo. Posso dire che hanno costi molto minori rispetto a noi soprattutto e di conseguenza riescono ad avere prezzi inferiori ai nostri. Però non mi lamento anche se ovviamente il ritmo lavorativo è un po’ diminuito. I clienti affezionati sono rimasti e addirittura anche quelli che venivano cinquant’anni fa ed erano dei giovanotti oggi ne hanno ottanta e sono nonni. Prima quando gli tagliavo i capelli erano molto scuri ora appaiono imbiancati. A parte questa battuta sono sempre felice del mio lavoro di barbiere e non a caso da me vengono spesso a farsi tagliare non solo i capelli ma anche la barba. Devo ringraziare molto mia figlia Laila che ha imparato questo mestiere con grande professionalità sia a livello maschile che femminile». —



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