Una verdesca o uno smeriglio per gli esperti

JESOLO. Tre le specie possibili secondo la capitaneria di porto di Jesolo che mai neppure per un secondo ha preso con leggerezza la segnalazione del surfista martedì mattina. Il principale sospettato sarebbe la verdesca, prionace glauca nome scientifico, che raggiunge i due e anche tre metri e pesa fino a 400 chili, potenzialmente pericolosa, ma che non ha mai fatto registrare attacchi mortali all'uomo. Poi un piccolo smeriglio, lamna nasus, squalo commestibile, ottimo sulle tavole degli italiani a contendere il primato al tonno.
Attacchi mortali ci sono stati sul Circeo, negli anni Sessanta, come ai danni del subacqueo e fotografo Maurizio Sarra nel 1962, che morì dissanguato. Lo squalo non è mai stato trovato. Oppure un cagnoletto, il palombo, nome scientifico mustelus mustelus, famoso anche questo più che altro nei piatti della cucina italiana e del tutto innocuo sebbene possa raggiungere i due metri. La biologa Laura Navarro del Tropicarium è propensa a credere che possa essere stato un delfino, come ha detto anche il biologo del museo di storia naturale e direttore Roberto Basso. Il surfista ha notato che aveva mangiato qualcosa che pareva una medusa. Lo squalo non mangia meduse, il delfino sì e spesso scambia dei sacchetti di plastica che galleggiano per meduse, rischiando poi di morire. Certo è che gli squali esistono da millenni anche in questi mari e non arrivano certo dagli abissi come il leviatano di preistorica memoria. Sono pesci che vivono in queste acque, lo smeriglio, il cagnoletto. Oppure anche la verdesca, più rara, che qualche volta si avvicina a cinquecento, mille metri da riva. Il rischio di un attacco all'uomo è inesistente nella letteratura scientifica in materia. Certo la loro eventuale presenza vicino a riva potrebbe essere motivo di studio. (g.ca.)
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