Una ventina di sandonatesi nella rete di Veneto Banca

Hanno perso con le azioni dell’istituto di credito fino a novantamila euro a testa In alcuni casi il risparmio di una vita. Ora si sono rivolti a un legale per tutelarsi
Marson Venegazzù assemblea Veneto Banca finita soci escono
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Azioni di Veneto Banca, a gennaio il primo tentativo di mediazione. Sono una ventina gli azionisti che si sono rivolti all’avvocato Angelo Lorenzon. Il caso più grave è quello di un sandonatese che ha perso 90 mila euro. Gli altri in media hanno investito dai 20 ai 40 mila euro. Risparmi di una vita in molti casi. Lo studio di San Donà ormai da mesi sta verificando la presenza di presupposti per avviare un’azione legale, tali da configurare responsabilità contrattuale e ipotesi di reato a carico della banca.

Le persone coinvolte hanno investito gran parte dei loro risparmi, acquistando azioni di Veneto Banca e ora si trovano con un pugno di mosche in mano. «Ad aprile dello scorso anno», spiega l’avvocato Lorenzon, «si sono visti ridurre il valore delle azioni da 39,50 a 30,50 euro l’una, per poi veder fissato a 7,30 il loro valore nel caso di recesso. Praticamente una perdita superiore all’ottanta per cento di quanto investito. Ma non è tutto, perché si tratta in realtà di un recesso virtuale in quanto la banca ha fatto sapere di non avere comunque i soldi sufficienti neppure per liquidare chi vuole recedere. Quindi, oltre al danno, la beffa. Neppure alla luce dell’esito dell’assemblea del 19 dicembre scorso, che ha decretato con una maggioranza del 97% dei soci la trasformazione della popolare in Spa, l’aumento di capitale e la quotazione in borsa, il clima è mutato in meglio».

Siamo di fronte a un problema sociale, con forti tensioni, come nel caso di un giovane azionista che, preoccupato per i suoi risparmi e visto negato il diritto di recesso, ha strattonato due cassiere della filiale di Castelfranco e si è appropriato di quanto secondo lui gli spettava di diritto. «Proprio per arginare tali episodi», precisa il legale, «dettati dalla disperazione di chi, con informazioni scorrette e inadeguate da parte della banca, si era sentito consigliare quelle azioni in quanto sicure e redditizie, stiamo cercando di aiutare gli azionisti di Veneto Banca che hanno visto svanire nel nulla i risparmi di una vita».

A gennaio, dunque, la prima mediazione per tutelare i diritti di un assistito che ha perso 90 mila euro. Questo sandonatese ha spiegato di essere stato indotto a investire in azioni Veneto Banca nonostante i questionari Mifid, sul profilo di rischio, indicassero una condizione inadeguata per rischio di investimento e nonostante la mancanza di certi moduli di adeguatezza che avrebbero dovuto essere compilati dal cliente. L’obiettivo è far dichiarare la nullità di tali contratti e valutare le responsabilità contrattuali della banca in relazione al mancato rispetto del dovere di corretta e adeguata informazione.

Giovanni Cagnassi

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