Una ventina di imprese coinvolte nella crisi dell’Eurocostruzioni

Le aziende jesolane e sandonatesi non sono state pagate e avanzano da 50 a 700 mila euro «Rischiamo il tracollo e la perdita di molti posti di lavoro, il Comune deve pensare anche a noi»
Di Giovanni Cagnassi
FRIGO TREVISO LAVORI AREA APPIANI AGENZIA FOTOGRAFICA FOTOFILM
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JESOLO. Eurocostruzioni verso il concordato, ma si teme ora l’effetto domino sulle aziende locali a Jesolo e nel Sandonatese. Una ventina di realtà tra litorale e Paese che sembra avanzino complessivamente una cifra nell’ordine di svariati milioni di euro che poi si ripercuoteranno in tutto il territorio. Ci sono fabbri, titolari di aziende di pavimenti e piastrelle, pittori, idraulici, tanti artigiani e imprenditori che sono collegati al mondo dell’edilizia e hanno fatto lavori per la Eurocostruzioni.

Il coinvolgimento dell’azienda nella crisi, di dimensioni più ampie, è conseguenza di un altro colosso della costruzioni del Trentino, la Edlbeton Trento S.p.A.. Quest’ultima si accinge a presentare al Tribunale di Trento domanda di concordato preventivo “in bianco”, non riuscendo a far fronte al pagamento dei propri debiti per 82 milioni di euro, di cui circa 9 milioni verso i propri fornitori e appaltatori.

Tra questi, proprio Eurocostruzioni, alla quale era stata appaltata la realizzazione del complesso alberghiero “Almar”, unico cinque stelle nel comune di Jesolo che ha già aperto la scorsa stagione. Ciò ha compromesso anche l’operatività aziendale di Eurocostruzioni, ora Eucos Srl in liquidazione, obbligandola a mettere in cassa integrazione il personale e a tentare una soluzione concordataria della crisi. Ma le aziende jesolane e sandonatesi protestano. «Ci siamo anche noi», dicono i vari titolari, «che se non rischiamo il fallimento rischiamo di chiudere del tutto. C'è chi avanza 50 mila, chi 100, 200, 300 mila fino ad arrivare a 700 mila euro. A noi non ha pensato nessuno e il Comune non sta facendo riferimenti anche ai casi di aziende di Jesolo che rischiano un vero tracollo perché non saranno pagate e magari non hanno cassa integrazione per i dipendenti».

Il consigliere comunale Luigi Serafin protesta: «Se si organizzano tavoli o altro dobbiamo pensare anche a loro, alle aziende che da questo concordato usciranno malissimo per colpe che non sono loro. L’amministrazione deve pensare a qualcosa di concreto però, non a tavoli che magari non servono a nulla».

Il Comune sta predisponendo questo tavolo con le categorie per far fronte all'emergenza posti di lavoro nell'edilizia. In questa settimana si cercano i contatti con le associazioni a tutti i livelli. Eurocostruzioni, ditta leader nell’edilizia, ha lasciato in cassa integrazione straordinaria i 52 dipendenti e ha fatto formale richiesta di concordato per tentare almeno di uscire da questa situazioni estremamente difficile. Adesso si temono nuove emorragie di posti di lavoro. Sono rimasti a casa un centinaio di operai almeno, forse di più in un anno e chiuse numerose aziende direttamente o indirettamente collegate all’edilizia.

Il vice sindaco, Roberto Rugolotto, sta cercando una possibile via da percorrere. Daniele Bison della lista civica Jesolo ha proposto che sia il Comune a trattare le nuove assunzioni dei disoccupati e cassintegrati, imponendo l'assunzione alle ditte che vincono appalti o lavori sul litorale.

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