Una veglia per Micol Camuffo Venerdì i funerali della ragazza

VENEZIA. «Grazie a tutti». Con un filo di voce, solo quello, i genitori hanno salutato ieri sera le oltre cento persone nella basilica dei Frari al termine del rosario in memoria di Micol Camuffo, la 36enne veneziana morta giovedì scorso per una sospetta overdose. Una ventina di minuti, tanto dura la cerimonia, quanto basta per stringersi intorno a una famiglia straziata dal dolore. È forte la commozione tra i parenti, gli amici, e i conoscenti di Micol. C’è chi si asciuga le lacrime, mentre recita un “Ave Maria”; chi invece aspetta la fine del rito per abbracciare i genitori, Manuel e Rosalba.

In attesa del funerale, domani alle 11 sempre nella basilica dei Frari. Micol sembrava uscita dal tunnel della droga che, negli ultimi mesi, sta cancellando troppe vite nel Veneziano. Gli stessi genitori, in una recente intervista, hanno descritto così la morte della figlia: “Come un naufrago ripescato e che poi ti scivola dalle mani a pochi metri dalla riva, quando l’incubo sembrava ormai allontanarsi”. E quell’incubo ha un nome: eroina. Una ragazza intelligente, piena di energie, con la passione per lo sci: così la ricordano amici e conoscenti. Per il padre, Micol era una donna pronta a correre in soccorso di tutti, con “spirito da crocerossina”, anche di chi non le era veramente amico. Già adulta, era precipitata nel baratro della dipendenza. Da cui, però, era uscita con le proprie forze, dopo un lungo periodo di disintossicazione. Mancava poco alla sua conclusione, la riva era a pochi metri. Da tempo aveva scelto di vivere con il fidanzato nella casa di un amico a Cannaregio. Lì dove, in mezzo a tracce di droga, giovedì è stata trovata senza vita. A sentire i suoi genitori, era convinta di essere in grado di gestire la situazione e di limitare i farmaci che i medici le avevano prescritto. «Non voglio più essere dipendente da nulla», andava ripetendo. Negli ultimi tempi era in cura per stabilizzare l’umore e per riequilibrare il sonno. Eppure, quelle tenebre si sono ripresentate. Chi l’ha trovata quella mattina, era convinto stesse dormendo. Ma lei, venerdì nel primo pomeriggio, se n’era già andata. Portata via da una sospetta overdose, che ora dovrà essere accertata dall’autopsia e dagli esami tossicologici. —

EugenioPendolini



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