Una valanga di affetto per Cristina
PORTOGRUARO. Tanta commozione e affetto in città dopo la morte, a soli 27 anni, di Cristina Dini, l'ex impiegata bancaria di 27 anni, morta di cancro al Cro di Aviano. La donna era di Portogruaro, ma da qualche anno, per motivi di lavoro, si era trasferita nel pordenonese, ad Azzano Decimo, paese in cui viveva un altro portogruarese morto di tumore, l'ingegnere di Bibione Francesco Moretto, padre di un bambino, mancato lo scorso gennaio ad appena 39 anni. Un destino comune e atroce quello di Cristina e Francesco. Ieri sera nella chiesa di Beata Maria Vergine c'è stato il primo momento di raccoglimento per Cristina, la recita del santo rosario.
Oggi alle 16 difficilmente tutti i fedeli troveranno spazio all'interno del tempio cattolico per il funerale, ma il sagrato è grande e sicuramente verrà trovata una soluzione. Al funerale di Cristina non si può infatti mancare. Lo ha ribadito, in un concetto espresso sul suo profilo facebook, il fidanzato della ragazza, Stefano Bof, originario di Cinto Caomaggiore e amico del sindaco di questo paese, Gianluca Falcomer, che a nome della comunità cintese ha postato un messaggio di condoglianze. Ha scritto infatti Stefano. “Mi raccomando, non portare lacrime ma sorrisi”. Cristina e Stefano insieme raggiungevano il massimo della simpatia. Lo hanno testimoniato gli amici nei ricordi della ragazza. Cristina ha lavorato come impiegata alla Veolia di Pra' di Risi, nella zona industriale di Zoppola più vicina a Pordenone; e in due filiali della Friuladria, a Sacile e a Pordenone.
Studente precocissima, Cristina si era laureata in scienze infermieristiche a Udine quando aveva appena 20 anni. Poi l'avvio di una brillante carriera nel mondo del lavoro, l'incontro con Stefano, il sogno di vivere assieme all'uomo della sua vita, in un nido d'amore ad Azzano; e infine la scoperta per la prima volta di un male che sembrava debellato e che poi si è riproposto in altre forme, più subdole. Ma anziché chiudersi in sé stessa, Cristina si è aperta al mondo, affrontando di petto la nuova malattia, parlandone con altri e in particolare con un amico, Fabio Montico. Sul blog di Fabio, ripreso da molti utenti di facebook e twitter ieri, Cristina ha scritto le sensazioni che prova una persona malata, in cura come lei ad Aviano. Una storia che assomiglia a quella dei protagonisti della fiction televisiva “Braccialetti Rossi” che ha fatto commuovere l'Italia. Solo che la storia di Cristina non era una finzione. Era la realtà. “A te che ti svegli la mattina col broncio e senza un sorriso» aveva scritto Cristina, «a te che ti lamenti per gli inpegni della giornata, per te donna che ti lamenti se non hai trovato il capo che cercavi, a voi lavoratori che la mattina sbuffate per andare a lavoro, per te che come hai due soldi devi assolutamente soddisfare ogni tuo desiderio spendendo ogni centesimo per poi lamentarti che non ci sono soldi… A voi io auguro un buon giorno! Siete i ben accetti nel mio mondo dove la follia diviene quotidianità, dove la mattina ci si sveglia col sorriso si fanno i conti di ciò che ti fa male e si sorride al mondo, dove non si può lavorare perché il nostro lavoro è affrontare gli ostacoli, dove ogni mattina timbriamo il cartellino in ospedale per fare il mestiere più duro..il paziente. Dove vivere diviene al priorità”. Le offerte del funerale verranno devolute al Cro di Aviano, per la ricerca. Cristina ne sarebbe felice.
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