Una task-force di poliziotti per sfrattare un’insegnante
MOGLIANO. Due camionette della polizia di Stato, agenti della Digos e carabinieri della stazione di Mogliano per sfrattare dalla sua casa un’insegnante di yoga. Ieri mattina è stato necessario un ingente schieramento di forze dell’ordine accorse anche da Mogliano per eseguire un provvedimento di sfratto relativo a un immobile al civico 239 di via Sambughè, nel Comune di Preganziol, sfratto nato da un vecchio debito.
A supporto dell’ufficiale giudiziario incaricato di mettere i sigilli alla villetta, sono stati impiegati fin dalle prime ore della mattina quasi una ventina di agenti. Si è trattato del sesto tentativo di sfratto, in circa un anno, e questa volta il provvedimento del giudice del Tribunale di Treviso emesso nei confronti della proprietaria, Alessandra Cerutti, è stato concretamente eseguito, nel corso di una mattinata movimentata che ha coinvolto un vero e proprio schieramento delle forze dell’ordine.
L’uso della forza pubblica si è reso necessario, stando a quanto riferisce la Questura di Treviso, in presenza di prevedibili contestazioni, che in effetti si sono puntualmente verificate. In difesa della sfrattata sono accorse sul posto numerose persone, una dozzina. Chi da Mogliano, chi dalla provincia di Venezia, Chioggia, perfino da Meolo: le persone presenti ieri a Sambughè, durante l’azione, aderiscono alla teoria della “legale rappresentanza”.
C’è chi li definisce “sovranisti individuali” e nella sostanza, come segnalato in diversi siti anti-bufala, maneggiando ad arte un mix di leggi, articoli costituzionali, trattati internazionali, tali soggetti cessano di relazionarsi con il sistema giuridico italiano, producono autodichiarazioni al posto dei normali documenti di identificazione e per mezzo di queste tentano di «sottrarsi al pagamento dei debiti e delle imposte nonché ai procedimenti giudiziari». Questa la loro filosofia e la loro azione politica.
Il braccio di ferro con la giustizia su questa vicenda a Sambughè è iniziato molto tempo fa: ieri il parziale epilogo con la presenza della forza pubblica.
L’abitazione, un’ex casa colonica restaurata, risulta sede della Paradigma Group, di Adriano Dorigo (ex marito della proprietaria), ed era utilizzata anche da Alessandra Cerutti per attività di insegnamento yoga e dogsitter.
L’interessata è ovviamente polemica e contesta il provvedimento giudiziario: «Avrebbe dovuto diventare un centro olistico», spiega l’ex imprenditrice, «avevo un ingrosso di integratori alimentari. In un momento di difficoltà ho chiesto a un nostro fornitore una dilazione di pagamento, non ho potuto far fronte, mi ha fatto un’istanza di pignoramento. Questa cosa risale a sei anni fa, si è trascinata fino ad oggi, era un debito di 18 mila euro. Ieri sono andati anche a scuola a prendere mio figlio, perché tornasse a casa a recuperare i suoi effetti personali. Hanno agito con la forza», conclude Alessandra Cerutti, «senza rispettare i diritti umani, le leggi e la Costituzione». —
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