Una rapina da venti euro gli costa un anno e 8 mesi
Condanna per Patrick Fuin, riconosciuto colpevole della rapina messa a segno alla cartoleria Acquerello di via Castellana a Zelarino, nel marzo scorso. Il pregiudicato è stato condannato a un anno e otto mesi. Pena sospesa.
A tradire il rapinatore la sera del 4 marzo è stato Facebook. Proprio attraverso il profilo personale sul social network, i carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Mestre sono risaliti a Patrick Fuin, tossicodipendente mestrino di 22 anni, già noto alle forze dell'ordine, tra l'altro per aver rubato alcuni litri di metadone dal Serd di via Calabria, a gennaio.
La rapina si è consumata alle 19, orario di chiusura. «Ero sola in negozio: è entrato un uomo con il cappuccio e il bavero della giacca tirati su, nella tasca del giubbotto aveva nascosto un coltellaccio da cucina. Si vedevano solo gli occhi», aveva raccontato dopo il colpo la titolare dell'edicola-cartoleria, Cristina Civiero. «È la prima volta che mi succede in dodici anni di lavoro».
Il blitz del rapinatore era durato un minuto appena. «Dammi i soldi», aveva ripetuto per due volte alla titolare del negozio. «È venuto dalla parte del bancone e dalla cassa ha arraffato 20 euro. Ho preso qualche spinta e ho urlato a più non posso per richiamare l'attenzione di chi era fuori», spiegò l’indomani la negoziante.
Recuperato il magrissimo bottino, forse necessario per la dose giornaliera, Fuin si dette alla fuga. Ma le urla della titolare dell'edicola avevano richiamato il compagno della donna, che si trovava nel negozio a fianco, e alcuni passanti. Ne nacque un inseguimento, i passanti riuscirono pure a fermare il rapinatore solitario che dopo una colluttazione però riuscì a divincolarsi e a scappare verso il centro commerciale Polo. Fu proprio durante il parapiglia che il ventiduenne perse il suo smartphone, scivolato dal borsello. Quando in via Castellana arrivò la pattuglia dei carabinieri, l'attenzione fu tutta per il cellulare del rapinatore. Nell'apparecchio, i militari trovarono le foto del profilo Facebook riconosciute anche dalla vittima della rapina e da coloro che erano intervenuti per fermarlo. È a quel punto che i carabinieri capirono di avere a che fare con una vecchia conoscenza. Trovarono Fuin nei pressi della sua casa a Zelarino, mentre stava cercando di far perdere le sue tracce.
Carlo Mion
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