«Una ragazza di Dolo cercò di andare nell’Is»
MONSELICE. «Vorrei che fosse fatta chiarezza su tutte queste voci sul conto di Meriem». Redouane Rehaily, il padre della giovane di Arzergrande scomparsa nel luglio 2015 per arruolarsi tra le fila dell’Is, vorrebbe capire se Adil Bamaarouf, il marocchino espulso dall’Italia per sospetto terrorismo, veramente sa qualcosa sul conto della figlia: «Spero che qualcuno faccia delle indagini anche su queste affermazioni, per capire se ci può essere qualcosa di utile su Meriem».
Nulla si sa invece dell’altra ragazza di cui una volta fece cenno Adil. «Mio fratello mi parò di una giovane di Dolo, anch’essa fuggita all’estero, sembra in Francia, per cercare di unirsi ad altri estremisti islamici». Una notizia però che non trova riscontri tra gli inquirenti. «Io non volevo sentire questi discorsi» afferma Fouad riguardo a ciò che gli aveva raccontato il fratello «tagliavo corto e dicevo ad Adil che pensasse a trovarsi un lavoro. Gli ripetevo che noi siamo qui perché l’Italia ci dà ciò che il nostro Paese non ci ha mai dato, un lavoro, una casa, la sicurezza, la pace. È questo che vorrei, è per questo che mi sono sempre impegnato. Ora invece tutta questa storia mi si è rivoltata contro. Ho denunciato mio fratello e lo rifarei, ma da allora la mia vita è cambiata, in peggio, e sono sempre più solo e senza prospettive, ho perso la casa e il lavoro. Ho chiesto aiuto e ho ricevuto solo promesse».
Fouad deve trovarsi al più presto un nuovo alloggio perché non gli è stato rinnovato l’affitto, inoltre da alcuni giorni è senza lavoro perché ormai il clima era diventato insostenibile. «Non ero più in grado di sopportare gli insulti più o meno espliciti da parte degli altri lavoratori, le molestie. Mi chiamavano “Isis” quando invece sanno benissimo quel che ho fatto». Anche la lunga lettera che l’anno scorso inviò al Presidente della Repubblica Mattarella non ha mai ricevuto risposta. «Eppure penso di aver fatto qualcosa di buono per il Paese in cui vivo», commenta amareggiato.
Ha ricevuto invece un supporto legale dall’avvocato Andrea Ostellari, che è anche il segretario provinciale della Lega Nord. «Non cerco pubblicità, personale o politica, né clamore», mette in chiaro Ostellari, «anche perché questo non giova a Fouad. Sto solo cercando di aiutare una persona che se lo merita, perché ha dato un esempio positivo, di onestà, a tutti. Per questo non andrebbe lasciato solo, né ignorato».
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