Una pena di 16 mesi per il naufragio notturno
CAORLE. Per il naufragio del 2 luglio di quattro anni fa, ieri, il Tribunale di Venezia presieduto dal giudice Sara Natto ha condannato il quarantenne di Caorle Massimiliano Benatelli a un anno e quattro mesi di reclusione (pena sospesa), mentre ha assolto l’altro quarantenne di Caorle rimasto coinvolto nell’incidente nautico, Marco Canta, per l’assoluzione del quale si era battuto l’avvocato Antonio Forza. Il pubblico ministero Giorgio Gava aveva chiesto la condanna di entrambi, ma evidentemente i tre giudici veneziani hanno ritenuto che le prove nei confronti di Benatelli fossero gravi e sufficienti, mentre per l’altro imputato a convincere sono state le tesi del difensore.
Quella sera Benatelli e Canta, rispettivamente sulle loro barche, stavano rientrando da Bibione con alcuni amici sia in un natante sia in un altro. Il rappresentante dell'accusa aveva ricordato alcuni scherzi che Canta aveva fatto all'amico. Innanzitutto gli aveva staccato il tubo che porta la benzina dal serbatoio al motore, poi, dopo avergli promesso che lo avrebbe atteso visto che lui non aveva le luci di posizione, era corso in avanti distaccandolo di centinaia di metri. Quindi aveva invertito la marcia ed era andato incontro alla barca di Benatelli con la sua, spegnendo le luci, ma non immaginando che l'amico avrebbe proseguito la sua corsa ad alta velocità. Così, i due natanti si erano scontrati e uno dei due si era ribaltato, sbalzando in acqua i passeggeri oltre a Benatelli. Uno di loro, Cristian Carnieletto era anche rimasto ferito piuttosto gravemente. Il pubblico ministero aveva sostenuto che entrambi gli imputati sarebbero stati responsabili di ciò che è accaduto: Benatelli non avrebbe dovuto neppure partire con la sua imbarcazione, visto che non aveva le luci di posizione, inoltre correva ad una velocità molto superiore a quella permessa nei canali di navigazione interna. Canta, invece, avrebbe messo in pericolo la navigazione a causa dei suoi scherzi.
Per l'accusa, inoltre, gli imputati avevano cercato di occultare quello che era accaduto e le loro responsabilità: non avevano denunciato l'incidente e avevano segnalato ciò che era accaduto alle assicurazioni due mesi dopo, quando le barche erano già state riparate. I due imputati, durante l'istruttoria hanno smentito che le due imbarcazioni si fossero scontrate, Benatelli ha riferito che la sua si sarebbe ribaltata dopo aver battuto contro un tronco galleggiante, scagionando così Canta.
Giorgio Cecchetti
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia