Una mente veneziana dietro i bus senza autista

Un 33enne originario di Mira a capo del "Dream team" che sperimeterà Next, il mezzo a guida autonoma già acquistato da Dubai
Il Dream Team di progettisti
Il Dream Team di progettisti

VENEZIA. «Sarebbe bello vederli girare per l’Arcella. Perché a Padova nasce innovazione e qui dovrebbe restare». Il sogno è del vicesindaco Arturo Lorenzoni. La concretezza, invece, è quella di tre giovani ragazzi che, finita l’università, hanno creato “Next”. È un sistema di trasporto pubblico innovativo «basato su veicoli elettrici modulari a guida autonoma, in cui l’ingombro dei classici bus elettrici è ottenuto da 6 moduli separabili». I soldi sono quelli degli Emirati Arabi Uniti che hanno già ordinato una ventina di mezzi da utilizzare nell’area urbana dell’Expo 2020 a Dubai.

Come si incrociano queste tre componenti? Nella scelta del Comune di Padova di concedere all’azienda dei tre ragazzi, la “GetPlus srl” di Padova, un’area chiusa al traffico (probabilmente un grande parcheggio come quello del Palasport San Lazzaro o dello stadio Euganeo) per permettere le sperimentazioni dei veicoli a guida autonoma (cioè senza conducente) e per ottenere le certificazioni necessarie all’utilizzo in strada.

Next, il prototipo del nuovo bus a guida autonoma
Next, il prototipo del nuovo bus a guida autonoma

In viaggio nell'auto a guida autonoma
Durante il test sul campo – che si svolgerà nel distretto Minatomirai di Yokohama, nella prefettura giapponese di Kanagawa – i partecipanti potranno viaggiare all’interno di veicoli dotati di tecnologia a guida autonoma seguendo una rotta prestabilita. Il percorso si estende per circa 4,5 chilometri tra il quartier generale Nissan e il centro commerciale Yokohama World Porters.


A capo del dream team dell’innovazione c’è Tommaso Gecchelin, 33 anni, padovano ma originario di Mira nel Veneziano, con in tasca due lauree: in Fisica al Bo e poi in Disegno industriale allo Iuav. Assieme a lui ci sono Nicola Ristè, di origini marchigiane, ingegnere robotico ed esperto di machine vision; e Davide Savà, padovano, esperto in sistemi informatici e user interface. La “Next Future Transportation inc.” nasce nella Silicon Valley, ma è a Dubai che trova sostegno: nel 2016 presenta i primi prototipi dei veicoli e ottiene un contratto per la produzione. In meno di un anno realizza due mezzi che porta sempre negli Emirati.

«Ma tra un mese li riportiamo in Italia: c’è una parte di certificazioni europee da fare, di cui hanno bisogno anche a Dubai», racconta Gecchelin, che Confindustria padovana ha voluto tra i relatori della convention dei giovani industriali più innovativi del territorio.

Che fare allora? Ci sono norme ancora non chiare per la sperimentazione in strada. Carlo Pasqualetto, delegato dal sindaco all’Innovazione, li porta dal vicesindaco. E martedì scorso Lorenzoni decide di concedere un’area comunale per consentire ai tre giovani di realizzare i test aggiuntivi necessari a far partire la fase di industrializzazione.

«Padova crea innovazione e vorrei che l’azienda di Gecchelin e soci rimanesse qui, perché sono una ricchezza per la città – sottolinea Lorenzoni – Il loro è potenzialmente un sistema rivoluzionario per la mobilità».

Gli autobus del futuro, infatti, saranno così: elettrici, a guida autonoma e modulari, cioè in grado di mettersi in fila e poi separarsi. Ogni veicolo è lungo due metri e può ospitare fino a 10 passeggeri. Gireranno a Dubai, a Padova li vedremo solo per la sperimentazione.

«Il ministero dei Trasporti ha autorizzato l’avvio dei test, ma le tempistiche per l’utilizzo non sono ancora chiare – spiega Gecchelin – Noi, per adesso, cercheremo di ottenere nei prossimi 12 mesi il via libera ad andare su strada con il guidatore umano di supporto. Per la guida autonoma poi si vedrà».

Già, si vedrà. E chissà che un giorno non li vedremo girare in un’Arcella libera dalle auto

Argomenti:bustecnologia

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