Una grande festa per la riapertura dell’antica chiesa
Fossalta. Vescovo e fedeli riuniti a San Zenone restaurata Quattro anni e mezzo di lavori. Pellegrini: «È la più bella»
Dinello - Dino Tommasella - Fossalta di Piave - messa inaugurale della chiesa restaurata
FOSSALTA DI PORTOGRUARO. Festa ieri mattina, con almeno 500 fedeli emozionati, per la riapertura della chiesa di San Zenone. Il vescovo di Concordia Pordenone, monsignore Giuseppe Pellegrini, ha fatto il suo ingresso nel rinnovato tempio cattolico, riaperto ai fedeli che in 4 anni e mezzo avevano celebrato la messa in una tensostruttura.
«È una chiesa meravigliosa», ha detto Pellegrini, «e posso sbilanciarmi sostenendo che la chiesa di San Zenone a Fossalta è una delle più belle dell’intera diocesi. Anche perché è una delle prime».
In prima fila, munito di fascia tricolore c’era il sindaco Natale Sidran, accompagnato da alcuni assessori e consiglieri comunali. Tra i presenti anche Luca De Luca, uno dei responsabili della Pro. Gest, cioè la ditta di studio e progettazioni di Fossalta, che ha seguito dall’inizio i lavori di ripristino del tetto e della pavimentazione della chiesa.
La riapertura coincideva ieri con la messa solenne per l’Epifania. I restauri si sono resi necessari dopo alcuni crolli di calcinacci avvenuti nel 2012.
Sono stati eseguiti lavori di consolidamento statico con palificazione sotterranea a sostegno delle mura della chiesa, ed è stata quindi rifatta tutta la pavimentazione. Sono nuovi sia l’impianto di riscaldamento sia quello che garantisce l’amplificazione. Oltre alla Pro. Gest altre ditte del territorio, come la Vit, la Galasso e la Del Bianco, sono state coinvolte nella ristrutturazione della chiesa. Secondo molti fedeli meglio di così, proprio non si poteva fare.
Sono state ricordate ieri in chiesa le tappe dl restauro, ma anche della storia complessa della chiesa di Fossalta. Infatti la prima venne eretta nel 1034 e fu demolita nel 1893. Fossalta, feudo vescovile nel quale si teneva il placitum avocatiae (assemblea amministrativo-giudiziaria), viveva nell’XI° secolo la sua storia più interessante, decadendo poi per le mutate condizioni ambientali (scomparve ogni traccia del “Tiliaventum Maius” , via d’acqua di grande interesse economico) e la definitiva distruzione del suo castello ad opera dei conti di Gorizia, da sempre avversari del patriarca di Aquileia e, quindi, anche del vescovo di Concordia.
Di quanto successe dopo questo periodo poco si sa; notizie inerenti l’edificio sacro ricompaiono nella documentazione storica solo molto più tardi. Nel 1803, però, il parroco Paolo Scarpa si era prodigato per la costruzione di un nuovo tempio “per esigenze demografiche” , iniziato e mai terminato anche per le precarie condizioni sociali ed economiche del paese. Alla fine del XIX° secolo avvenne l’erezione della chiesa attuale, ora completamente restaurata.
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