Una Fondazione per gestire gli spazi di Forte Marghera

Zappalorto tira dritto nonostante i no di tante associazioni Gestione degli immobili per trent’anni, risorse dagli affitti
Di Francesco Furlan
forte marghera - L'ingresso di Forte Marghera
forte marghera - L'ingresso di Forte Marghera

Nonostante le opposizioni di associazioni come Italia Nostra, comitati cittadini, partiti e movimenti politici, e nonostante alle elezioni manchino due mesi, il commissario Vittorio Zappalorto ha deciso di tirare diritto su Forte Marghera. E nella seduta di ieri, con i poteri del consiglio comunale, ha deliberato la costituzione di una Fondazione - di cui è stato approvato lo statuto - per la gestione e la valorizzazione di Forte Marghera. Il percorso che porterà alla nascita della Fondazione Forte Marghera - serve un passaggio in Regione per il riconoscimento della personalità giuridica - durerà tre mesi e si concluderà quando la nuova amministrazione sarà insediata.

Così che, nelle intenzioni del commissario, la nuova giunta potrà usare la Fondazione per trasferirvi da subito gestione e attività del forte, che continuerà a restare nelle mani di Marco Polo System fino a che la Fondazione non diverrà operativa. Spetterà quindi alla nuova amministrazione la scelta del nuovo Cda della Fondazione che sarà costituito da un presidente e da due membri, cariche senza compensi. Alla Fondazione saranno assegnati dal Comune un fondo di dotazione iniziale di 50 mila euro, la concessione per 30 anni di alcune unità immobiliari nel Forte, e tra questi i due complessi storici in corso di ristrutturazione per la creazione del Centro studi per le fortificazioni militari.

La copertura delle spese della Fondazione sarà garantita da un contributo annuale pari alle entrate per Ca’ Farsetti dell’affitto dei locali e degli spazi del forte. Pochi mesi fa, ad esempio, il Comune ha rinnovato l’affitto per gli spazi occupati dalla cooperativa sociale “Controvento” per i prossimi quattro anni, con un canone di 66.554 euro all’anno. A carico della cooperativa anche bollette, imposte e tasse, oltre che l’adeguamento dei locali per le autorizzazioni igienico-sanitarie e commerciali.

La decisione di istituire la Fondazione continua a creare malumori in città, anche perché in molti non capiscono la fretta del commissario, tanto più che il nuovo sindaco potrebbe anche decidere di prendere il progetto della Fondazione e gettarlo nel cestino. «La mossa di Zappalorto è inopportuna», spiega ad esempio il deputato dei Cinque Stelle Marco Da Villa, che nei giorni scorsi aveva presentato un’interrogazione alla Camera per denunciare il percorso preso dal commissario. E contro la nascita della fondazione - che temono diventi un nuovo centro di potere sordo alle richieste della società civile - anche Italia Nostra, il gruppo di lavoro di Forte Marghera, il comitato di Forte Gazzera e l’associazione Amico Albero che avevano diffidato il commissario.

Forte Marghera è da tempo al centro di un progetto di rilancio e recupero che, nonostante le belle iniziative promosse nell’ex area militare, non è mai decollato in modo organico. Anche perché per rimettere in piedi il Forte servirebbero non meno di 50 milioni di euro.

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