«Una figuraccia per tutti Portogruaro non è razzista»

PORTOGRUARO. La comunità è scandalizzata. Non si può negare la donazione di sangue agli extracomunitari. Questo il concetto espresso a gran voce da tutti coloro che ieri hanno voluto esternare un...

PORTOGRUARO. La comunità è scandalizzata. Non si può negare la donazione di sangue agli extracomunitari. Questo il concetto espresso a gran voce da tutti coloro che ieri hanno voluto esternare un parere sulla questione. «Non è giusto accadano queste cose», ha spiegato la barista Gianna Manfron, «in fondo volevano solo donare il sangue. Che male c’è?». La decisione adottata l’altro giorno, ai danni di queste donne, pone i portogruaresi di fronte a questioni di grande importanza. «E se qualcuno ha bisogno di sangue che facciamo, rifiutiamo le donazioni da parte degli extracomunitari? Ma scherziamo? Il sangue è di tutti, serve a tutti». Una donna, che sta bevendo il caffè, aggiunge: «Le donne private del loro diritto a donare sangue sono sempre esseri umani». Non mancano i dubbi. Nemmeno tra persone che politicamente non sono schierate a sinistra. «Dev’esserci stato un fraintendimento, perché non può essere accaduta una cosa simile», ha aggiunto la signora Dotta, titolare di un’agenzia di viaggi, nota pasionaria di destra, «non crediamo sia giusto questo trattamento. Magari sono donne extracomunitarie regolari, che figuracce stiamo facendo. Queste situazioni creano solo problemi tra noi e gli extracomunitari. Quando accadono questi episodi per loro diventiamo razzisti, invece non è così».

La notizia ha suscitato un serrato dibattito anche sul sito de “La Nuova”. C’è chi pone l’accento sul “bigottismo veneto”. Un lettore però aggiunge. «Ma perché indignarsi? Basta con 'sto buonismo, relativismo ecc. ecc. Bisogna una volta per tutte mettere un caposaldo a tutte queste cose, immigrati in testa: prova a chiedere se all'estero, specie in quei paesi extra, è tutto così scontato e ineludibile come in questo cavolo di nazione!?». Un lettore extracomunitario si domanda «come facciamo a integrarci in questo Veneto». Molto riuscita una battuta: «Non sapevo che il sangue dovesse parlare».

Rosario Padovano

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia