Una donna incinta al Bodies Revealed Scoppia la polemica
JESOLO. Cadavere di donna incinta con tanto di feto, il dibattito etico si scatena via web dopo che gli organizzatori hanno parlato della possibilità che arrivi alla mostra Bodies Revealed il pezzo forte della Premier Exhibitions di Atlanta negli Usa. Molti tra il popolo della rete sono rimasti inorriditi. «Adesso è davvero troppo». La giustificazione morale di una mostra a carattere scientifico, la stessa che tanti visitatori usano per entrare serenamente e con la coscienza a posto, non basta più. Presto si potrà vedere un simbolo della vita, la donna incinta appunto, conservato nel silicone. Una, anzi due vite interrotte contemporaneamente che sono diventate oggetto di un’esposizione pubblica a pagamento.
Le parole del sacerdote don Giancarlo Ruffato, il primo a schierarsi contro questa mostra in termini cristiani ed etici, iniziano a echeggiare tra le sale che richiamano migliaia di turisti ogni giorno.
Anche ieri, tutti in fila sotto la pioggia per entrare a Bodies Revealed, la mostra dei veri corpi umani a Jesolo. Mentre sono duemila le mail giunte al sito della mostra sull’ipotesi dell’esposizione in mostra del corpo della donna in stato di gravidanza.
«Ormai si può parlare di un vero e proprio “popolo di Bodies”», commentano gli organizzatori, «duecento metri di coda costanti all’ingresso di via Aquileia per la mostra che con le festività natalizie continua a battere i propri stessi record di affluenza». La fila si è formata già verso le otto, ben prima quindi dell’orario di apertura, ed è proseguita nonostante la pioggia per tutta la giornata. E il web si scatena sull’ipotesi di esporre in mostra il corpo della donna incinta, sezionato in modo da renderne visibile il feto. Quasi duemila le email giunte ieri. Esprimono l’attesa, in parte morbosa, del nuovo modello anatomico. Le polemiche si sono riaccese. «Lo scopo della mostra è didattico e scientifico, e questo è stato capito benissimo da chi la ha visitata», replicano gli organizzatori, «non c’è quindi nessun intento morboso come non vi è nei feti già esposti. Semplicemente si vuole mostrare anche il mistero dell’inizio della vita. La Premier Exhibitions, società americana che gestisce la mostra, ancora non ha deciso se il corpo verrà o meno esposto».
«La decisione spetterà anche all’organizzazione italiana», concludono da Jesolo, «e verrà valutata anche in base alla percezione di ciò che desidera il pubblico».
Giovanni Cagnassi
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia