Una decina i colpi messi a segno in Riviera

La tecnica consisteva nel trattenere le banconote degli ignari clienti che andavano a prelevare
Conferenza stampa presso i Carabinieri di via Miranese in seguito all'arresto di una banda di Romeni che manomettevano i bancomat con la "lingua di drago"
Conferenza stampa presso i Carabinieri di via Miranese in seguito all'arresto di una banda di Romeni che manomettevano i bancomat con la "lingua di drago"

MESTRE. Dieci colpi in Riviera del Brenta, forse il doppio nella vicina Provincia di Padova.

Le indagini delle stazioni di Vigonovo e Stra non si fermano nonostante gli arresti dei tre giovani ritenuti responsabili dei furti. Grazie al sequestro delle tessere Postamat, in casa dei tre rumeni della banda delle “lingue di drago”, ora i militari contano di risalire a tutti i colpi messi a segno. Seguendo come dei “Pollicino” informatici le tracce dei prelievi da 20 euro, che sono il minimo prelevabile a un Postamat. Due banconote da 20 euro erano nelle tasche di uno dei tre arrestati, spiegano dalla Compagnia di Chioggia. Questo perché basta un prelievo da 20 euro per azionare lo sportellino del Postamat in cui i malviventi inserivano “le lingue”, barre di ferro con dei morsetti che trattenevano le banconote, impedendone l’emissione. Una volta installate, si lasciavano lì per ore e poi si andavano a ritirare. Estraendo le barre di ferro, uscivano anche i soldi sottratti a decine di ignari clienti degli uffici postali.

Loro, i clienti, credevano di trovarsi di fronte a un malfunzionamento dei bancomat e andavano a protestare con i direttori degli uffici postali. Anche perché di fatto il prelievo di denaro andava a buon fine e spesso venivano rilasciate anche le ricevute di carta, quindi per la contabilità del bancomat tutto era in regola. Ma di fatto le banconote non uscivano e i clienti perdevano i soldi. Il ripetersi delle segnalazioni ha spinto i direttori degli uffici postali a chiedere l’intervento dei carabinieri che hanno avviato le indagini, partendo dal controllo delle telecamere a circuito chiuso. In più di un caso la banda di rumeni ha agito tornando a colpire più volte lo stesso ufficio postale. In questo modo, in pochi colpi si potevano raggiungere anche somme di trentamila euro. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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