«Una Curia trasparente per aumentare la carità»
MESTRE. Monsignor Dino Pistolato, 55 anni. Da pochi giorni il patriarca Francesco Moraglia lo ha nominato vicario episcopale per i servizi generali e gli affari economici, moderatore della Curia e direttore dell’Ufficio amministrativo. Dall’ordinazione (1981) il sacerdote ha assunto importanti incarichi: vicario cooperatore ai SS. Gervasio e Protasio di Carpenedo e a Santa Rita di Mestre, responsabile comunità Emmaus (struttura terapeutica per persone con problemi di dipendenza), responsabile Casa di accoglienza ammalati di Aids, direttore Caritas, Ufficio Migrazioni, Pastorale della salute, Delegato per gli affari Economici e canonico della basilica San Marco.
Monsignor Dino Pistolato la sua nomina è stata una vera sorpresa. Cosa farà adesso?
«Sto imparando il mio lavoro. Non conosco la Curia».
Quale sarà il suo servizio? «Quello di costruire una casa di cristallo. È un atto di giustizia. Dalla prima linea della carità a un’altra, la gestione trasparente dell’indirizzo economico. Papa Francesco e le indicazioni sullo Ior sono pressanti».
Tra i primi incarichi del 29enne don Dino la comunità Emmaus a Santa Maria del Mare.
«Mi nominò trent’anni fa il cardinale Marco Cè. Sostituii il salesiano don Antonio Zuliani, deceduto. La costruirono operai cassaintegrati. Offrimmo un’opportunità e una qualità di vita a 500 giovani».
Nel 1992 fu il più giovane direttore della Caritas in Italia. Quale sarà ora il futuro di quella lagunare?
«La sede di Venezia rimarrà attiva, stiamo valutando il destino di quella della terraferma. Ho già preparato il programma pastorale del prossimo anno. Sarà rivolto ai giovani. A Mestre per loro ci sarà la novità dello chalet, un’abitazione collettiva autogestita. Nel settore internazionale rimarranno invariati gli impegni in Kosovo, Romania, Thailandia».
Monsignor Pistolato in Caritas ha incontrato l’umanità esclusa, ascolterà ancora le voci della strada?
«Certamente. Alcuni sono già arrivati nel nuovo ufficio a San Marco. Sarò a servizio delle marginalità almeno un giorno alla settimana. È un posto di responsabilità. Non è facile riaffidarlo. Abbiamo contattato qualcuno, siamo in attesa di risposta».
Il nuovo direttore potrebbe essere un laico?
«Nulla lo impedisce. La Caritas è l’organismo ufficiale della Chiesa sul versante della carità. Ci vuole testa e cuore. Potrebbe essere anche una donna, religiosa o laica».
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