Una chiesa gremita per l’addio a Silvano

MUSILE. «La morte di Silvano resta per tutti noi un mistero grande. Destino, sfortuna, disegno divino? Invece di chiederci perché, ringraziamo Dio per quello che Silvano è stato in questo tratto di...

MUSILE. «La morte di Silvano resta per tutti noi un mistero grande. Destino, sfortuna, disegno divino? Invece di chiederci perché, ringraziamo Dio per quello che Silvano è stato in questo tratto di strada insieme a noi: un amico di tanti, una persona buona. Amava la vita e la viveva fino in fondo». È toccato a don Saverio Fassina farsi interprete dello sgomento di tutta la comunità di Musile per la scomparsa di Silvano Bortoletto, il 49enne escursionista che ha perso la vita sabato pomeriggio dopo essere stato colpito da un fulmine mentre percorreva un sentiero sul monte Peralba.

Ieri pomeriggio la chiesa di San Donato ha ospitato i funerali. Troppo piccola la parrocchiale, gremita in ogni ordine di posto anche in piedi, per accogliere tutte le persone che si sono volute stringere attorno alla famiglia Bortoletto. In molti sono dovuti rimanere sul sagrato e sui marciapiedi vicino alla chiesa. Una cerimonia semplice, un dolore composto ma profondo per la perdita di un così giovane papà. «Non è la quantità della vita che vale, ma la qualità e per Silvano questa è la verità, non c’è altro da dire», ha aggiunto don Saverio. Il sacerdote ha ricordato l’impegno di Silvano per la famiglia, nel lavoro e nel mondo della scuola, ma soprattutto il suo amore viscerale per la famiglia. «Non si è mai tirato indietro. Un uomo tutto d’un pezzo, serio ma sapeva anche ridere», ha proseguito don Saverio, ricordandone la sua fede e la passione per la montagna. Durante la cerimonia è stata letta una preghiera delle figlie, a cui si sono rivolte con una serie di messaggi di affetto i compagni di scuola, dei gruppi parrocchiali e le loro insegnanti.

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