Una cena in “Rotonda” per conoscersi meglio
MARGHERA. Il cibo unisce i popoli. Dopo lo straordinario successo dell'anno scorso, torna domani sera a Marghera la “Cena in Rotonda”. In piazzale Martiri delle Foibe (ex Tommaseo) sarà allestito un grande buffet multietnico con pietanze locali e internazionali, cucinate dai cittadini stessi che usciranno dalle proprie case con in mano teglie, pirofile, pentole e vassoi traboccanti di deliziosi manicaretti.
A partire dalle ore 18, il prato della rotonda si trasformerà così in una grande sala da pranzo piena di luci, colori e soprattutto profumi da assaporare in compagnia del vicino di casa, del negoziante, del compagno di scuola, dei genitori del compagno di scuola, dei maestri, dei bidelli e di tutti coloro che avranno il piacere per una sera di allargare il salotto e sentirsi reciprocamente ospiti in casa propria. A ribadire che si tratta della “casa” di tutti, ci penseranno gli alunni di una classe 5ª della Grimani che si esibiranno in canti popolari della tradizione veneta. Nata per un impulso diretto dei cittadini, questa seconda edizione della “Cena in Rotonda” si propone di diventare un appuntamento fisso nell'agenda del Servizio Sociale del Comune, in collaborazione con Municipalità, Etam-Animazione e Coop Adriatica per costruire una solida comunità intorno al quartiere che nei prossimi decenni sarà interessato da una trasformazione socio-urbanistica particolarmente intensa: il progetto Porta Sud, con la demolizione delle Vaschette e la riqualificazione della Rana che interesserà diversi ettari di centro abitato e di area commerciale.
«Contrariamente a quello che troppo spesso si dice o si scrive sui giornali», precisa il delegato alle Politiche Sociali di Municipalità, Mario Silotto, «Marghera non è solo immondizia e degrado. E quando succede sono i cittadini stessi che si preoccupano della pulizia e del decoro degli spazi pubblici. È il senso civico che sta alla base della qualità di ogni vita in comunità. Quel senso civico che viene celebrato e moltiplicato in momenti come questo». Secondo gli operatori che hanno collaborato all'evento, tra i quali Matteo, italo-cinese, e Rafia, originaria dal Bangladesh, quest'anno, e grazie anche al loro lavoro, gli ospiti saranno ancora più numerosi: «Quando le mie compaesane vedono me, giovane e donna, partecipare alle iniziative locali, abbandonano la diffidenza e accettano con entusiasmo. In fondo vorrebbero fare amicizia, ma è la lingua, la diversità culturale che le blocca».
Laura Fiorillo
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