Una catena umana di studenti per l’emergenza aule al Montale

San Donà. Il corteo dal liceo è arrivato davanti al municipio dove è scattata la protesta pacifica Una delegazione ricevuta dal sindaco. La soluzione è una seconda sede, ma i tempi sono lunghi
Di Giovanni Cagnassi
SAN DONA' DI P. - DINO TOMMASELLA - COLUCCI- SCIOPERO STUDENTI DEL LICEO MONTALE - LA CATENA UMANA IN PIAZZA
SAN DONA' DI P. - DINO TOMMASELLA - COLUCCI- SCIOPERO STUDENTI DEL LICEO MONTALE - LA CATENA UMANA IN PIAZZA

Liceo Montale, è emergenza aule. Ieri mattina gli studenti, in tutto 750, hanno nuovamente manifestato con un corteo partito dall’area scolastica di via Perugia fino a piazza Indipendenza per formare una catena umana che si è fermata davanti al palazzo municipale. È la terza grande manifestazione in pochi mesi, anche se adesso si intravedono soluzioni concrete, anche se con tempi lunghi. Bisognerà attendere infatti dai 3 ai 5 anni prima che il Montale torni a essere una scuola accessibile a tutti.

Ieri mattina anche docenti e genitori hanno seguito la pacifica manifestazione, controllata dai carabinieri e dalla polizia locale senza alcun incidente di percorso. Il sindaco ha parlato ufficialmente per la prima volta della possibilità di realizzare un edificio nuovo, quale seconda sede dopo quella centrale di viale della Libertà. Verrebbe realizzato al posto dell’ex centro benessere in via Perugia, ora chiuso e di proprietà di una banca con la quale l’amministrazione comunale ha chiesto un incontro. Lo ha comunicato il sindaco Andrea Cereser a una delegazione di studenti ricevuta in sala giunta per discutere civilmente e in modo costruttivo.

«Dobbiamo attendere di vedere cosa accadrà dopo il 31 dicembre», ha detto Cereser con riferimento alla fine della Provincia e al sorgere della nuova Città Metropolitana, «ma certo questa è una possibile soluzione nel lungo periodo. Avremo così una concentrazione su due sedi principali, e non una suddivisione nei quattro istituti come avviene attualmente con tanti disagi per studenti, docenti e famiglie».

Tra questi, l’Itis Volterra ha comunicato che dal prossimo anno non avrà più la possibilità di ospitarli e così altre sei classi sarebbero senza sede in attesa di trasferimenti. Il Comune avrà un incontro con la Provincia a breve, e anche gli studenti vorrebbero sempre essere informati in merito. La competenza per la scuola superiore sarebbe infatti della Provincia. Con la città metropolitana, però, i sindaci faranno comunque parte di una sorta di collegio esecutivo e quindi, con le debite risorse messe a disposizione, il Comune di San Donà potrebbe spingere per un intervento nell’ex centro benessere al posto del quale verrebbe costruita appunto una seconda sede del liceo Montale a qualche centinaio di metri da quella centrale.

Le soluzioni provvisorie non convincono, come quella di utilizzare l’edificio del custode per ricavare due aule in più. Anche alzare di un paio di piani o allargare la sede centrale richiede tempo e sarebbe complesso. Intanto, potrà essere organizzata una maggiore razionalizzazione della suddivisione tra le quattro sedi.

Di certo la questione Montale è ancora aperta, facile da strumentalizzare politicamente. Studenti e docenti non hanno aule, biblioteca e altri servizi essenziali per le sezioni del classico e linguistico. Un liceo che vuole tornare a essere una scuola “normale”.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia