Una casa da trecento dollari fatta con la stampante 3D

MARGHERA. Un tavolo di legno con un moderno design prodotto da un algoritmo e una fresa a controllo numerico; statuette scolpite in tempo reale a vostra immagine e somiglianza; una casa vera e propria che costa 300 dollari, fatta di materiali a km zero e costruita sul posto da una stampante 3D alta 12 metri. Oppure prototipi in scala ridotta di barche, di scarpe con il marchio di una azienda (Rubens Luciano) leader della Riviera del Brenta, di ruote e di pezzi del “rover” a pedale che la Nasa vorrebbe far utilizzare ai prossimi astronauti che sbarcheranno su Marte.
Innovazione è un termine di moda di cui molti si riempiono la bocca, ma pochi sanno esattamente cos’è e come può essere materializzata, costruendo oggetti concreti con una stampante 3D su misura.
Ieri, nel laboratorio del FabLab, al Parco Vega di Marghera, c’era l’opportunità di capire, finalmente, dove può portare l’era digitale, a cominciare da quella che può essere applicata alle produzioni tradizionali - dal vetro di Murano, alla gioielleria a vere e proprie opere d’arte - a quelle più avanzate e innovative che utilizzano il digitale per rivoluzionare le loro produzioni con le macchine che già hanno e una formazione appropriata del personale.
In effetti, guardare i braccetti della mitica e misteriosa “Stampante 3D” in azione e poter parlare con chi la progetta, è il modo migliore per capire davvero le potenzialità - in parte già concrete - di un laboratorio e di una fabbrica digitale come FabLab. È una start up creata due anni fa da tre giovani veneti con il pallino del computer al Parco Vega di Marghera, con il patrocinio del Comune e dell’Università di Ca’ Foscari, dello Iuav e della Camera di Commercio che l’anno scorso hanno firmato un accordo di programma per sviluppare il famoso “incubatore” di aziende del Parco tecnologico e scientificoVega che sorge in un’area contigua - in via delle Industrie vicino alla Fincantieri nelle aree dell’ex Agromont - al nuovo Campus universitario di via Torino che presto dovrebbe essere unito da una rotonda e un tunnel sotto via Righi.
«Per festeggiare il nostro secondo compleanno abbiamo voluto aprire i laboratori della nostra fabbrica digitale», spiega Andrea Boscolo, veneziano e progettista con laurea allo Iuav, nato e residente a Mestre e cofondatore di FabLab. «La nostra start up sta funzionando e non solo come fabbrica digitale. Parte integrante della nostra attività è anche la formazione del personale delle aziende che decidono di utilizzare i nostri laboratori, la nostra creatività e le nostre competenze per innovare i loro prodotti con profitto».
«Il nostro è un laboratorio in piccola scala», ha aggiunto Elia De Tomasi, veneziano di adozione, laureato anche lui allo Iuav e cofondatore di FabLab. «Qui le aziende creative possono utilizzare una serie di macchine controllate dal computer e gestite attraverso software Open Source facilmente accessibili, verso nuove forme di creatività da condividere in rete e con un notevole potenziale per l’industria e l’artigianato, tanto che si parla di una terza rivoluzione industriale».
Dopo le mattinata di dimostrazioni in laboratorio, il compleanno di FabLab ha offerto anche una tavola rotonda su “innovazione e FabLab”, a cui sono intervenuti anche i rettori di Ca’ Foscari e dello Iuav, Bugliesi e Ferlenga, l’ad di Vega Tommaso Santini, Gianni De Checci di Confartigianato che ha accompagnato fin dall’inizio FabLab e organizza stage digitali per le aziende.
«Siamo di fronte a una nuova rivoluzione industriale che va oltre i robot», commenta il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta, intervenuto alla tavolo rotonda: «Le aziende hanno bisogno di un supporto tecnologico all'avanguardia come quello di Fablab».
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