Una candela per Valeria, la veglia a San Marco
VENEZIA. All’appello hanno risposto già in 2800. Mercoledì sera, dalle 19, piazza San Marco sarà piena di gente e di candele accese per un «saluto silenzioso» a Valeria Solesin e la commemorazione di tutte le vittime degli attentati: "Per far sentire alle famiglie che hanno perso i loro cari che anche noi, qui a Venezia, gli siamo vicino", spiegano gli organizzatori, tra i quali amici sin dall'infanzia di valeria Solesin, "e hanbno tutto il nostro sostegno. Vogliamo far sentire la nostra voce e il nostro dolore difronte a queste atrocità, che non devono più succedere e che purtroppo accadono ancora oggi in qualsiasi parte del mondo".
Una veglia laica che "La Nuova Venezia" racconterà con immagini, video e racconti in diretta Twitter.
Idea degli amici della giovane veneziana uccisa a Parigi, che ha trovato subito ampia eco e sostegno. Tra i primi ad aderire all’iniziativa il sindaco Luigi Brugnaro. «L’amministrazione comunale ha deciso di promuovere questo evento», ha spiegato in mattinata il sindaco al termine del vertice sull’ordine pubblico in Prefettura, «per dar modo ai cittadini di partecipare e di esprimere il loro dolore e la vicinanza alla famiglia di Valeria. Sarà una veglia di preghiera e di riflessione. Perché la gente ha bisogno di partecipare e di sentirsi comunità».
Un corteo silenzioso, di giovani e cittadini con in mano una candela o un lumino acceso. «Una testimonianza contro tutti gli attentati», spiega Giulio, uno dei giovani organizzatori, «Valeria era una di noi. Una persona splendida. Manifesteremo il nostro dolore con il silenzio». Il Comune ha messo subito il timbro sull’iniziativa. «Anche per un motivo molto pratico», spiega il sindaco, «in Piazza sono vietate le manifestazioni, c’è un divieto e abbiamo chiesto una deroga come amministrazione». Particolari raccomandazioni a chi parteciperà, come quella di «fare attenzione e di usare lumini con protezioni di alluminio, di accendere le fiammelle solo una volta giunti al centro di piazza San Marco tra i Pili e il museo Correr, a distanza di almeno 3 metri da qualsiasi edificio».
Il sindaco Brugnaro ha fatto visita domenica pomeriggio nella loro casa di San Marcuola ai genitori di Valeria, Alberto Solesin e Luciana Milani, entrambi insegnanti in città. Ne è uscito visibilmente commosso. «Non ci sono parole, una grande tragedia e un atto vigliacco», commenta ancora provato la mattina dopo. Ha voluto che in città fosse decretato il lutto, con le bandiere a mezz’asta per i prossimi giorni, finché non saranno decisi i funerali. Cerimonia che difficilmente sarà fissata prima dei primi giorni della prossima settimana. Celebrerà il patriarca Francesco Moraglia, con don Dino Pistolato e al parroco di San Marcuola, forse nella basilica gotica di San Giovanni e Paolo. Scartata San Marco dopo la riunione di ieri mattina per ragioni di ordine pubblico.
«Ancora non sappiamo nulla», dice il sindaco Brugnaro, «ma sicuramente sarà una cosa grande, una cerimonia solenne». Funerali di Stato, forse, con la presenza delle più alte cariche. Per ricordare una ragazza benvoluta da tutti, dalle grandi doti intellettuali e disponibilità verso gli altri. Una fine che ha lasciato nel dolore familiari e amici.
«Ho chiesto che durante la cerimonia», dice il sindaco Brugnaro, «non vengano serviti alcolici. E che di questi fatti si discuta nelle scuole. Per capire cosa è successo. Ma anche i valori della civiltà occidentale, della libertà».
Preoccupazione e allerta. Ma Venezia, dice Brugnaro appena uscito dal vertice in Prefettura, «è una città sicura». «La sicurezza è già alta, il territorio è sotto controllo, anche perché qui l’attenzione è alta, ci stupiamo se c’è una carta per terra». Cosa succederà adesso in una città che ha 27 milioni di turisti l’anno? C’è chi ipotizza di vietare le maschere sul volto per Carnevale. Chi di inasprire i controlli per chi entra in città. Un problema trattato anche ieri durante la riunione a Ca’ Corner. Difficile fermare e identificare tutti. Ma l’esigenza, avanzata anche dal prefetto, è quella adesso di «verificare e controllare i movimenti in una città particolare e difficile». Si comincerà dagli appartamenti e dagli affittacamere, non sempre in regola. Al setaccio le attività ricettive, non più solo dal punto di vista fiscale e delle autorizzazioni edilizie, ma anche dell’ospitalità, sul fronte sicurezza.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia