«Una bomba in tribunale» tutti fuori, udienze sospese
Una telefonata al 115 di Treviso ha fatto scattare l’allarme nelle sedi giudiziarie Aule e uffici bonificati dai cani. È il secondo episodio in meno di due settimane
È successo ancora: ieri un’altra mattinata di paralisi per la giustizia veneziana. A meno di quindici giorni dal precedente allarme bomba - era successo il 22 settembre - un’altra telefonata ha fatto scattare l’allarme e quindi l’evacuazione di tutte le sedi giudiziarie veneziane. Con tutte le conseguenze del caso: udienze sospese, tutti fuori dai palazzi in attesa che le forze dell’ordine e i cani anti esplosivo procedessero con i controlli.
La chiamata è arrivata poco prima delle 11 al numero di emergenza 115. A riceverla, la centrale operativa dei vigili del fuoco di Treviso. «C’è una bomba in tribunale a Venezia», ha detto l’uomo, non aggiungendo altro e attaccando la telefonata prima che l’operatore potesse porgli altre domande. Pare che l’uomo abbia tentato di simulare un accento straniero, ma per gli investigatori si tratta di un italiano. I vigili del fuoco hanno immediatamente avvertito la Questura di Venezia ed è scattato il protocollo di emergenza con l’evacuazione di tutte le sedi giudiziarie: piazzale Roma, dove hanno sede il tribunale penale e la Corte d’Appello civile; Rialto, con il tribunale civile, del lavoro e delle imprese; palazzo Grimani e palazzo Corner Contarini dei Cavalli, sedi della Corte d’Appello penale; il tribunale dei minorenni in piazzale Dalla Chiesa a Mestre. Nelle diversi sedi sono arrivati le forze dell’ordine, gli artificieri della polizia e i pompieri. Il protocollo prevede che ci sia un primo controllo visivo, stanza per stanza, e che poi gli stessi ambienti siano passati al setaccio dai cani anti esplosivo. È servita un’ora e mezza perché al tribunale di piazzale Roma fossero completate le operazioni e il procuratore capo Bruno Cherchi desse il cessato allarme, consentendo il rientro in aule e uffici e la ripresa delle attività. A seguire sono state passate al setaccio le altre sedi. Nessuna bomba, come previsto, è stata trovata, ma intanto molte udienze sono state rinviate, altre sono iniziate in ritardo. E in ogni caso è stato creato un grosso disagio al personale della giustizia e a tutti coloro che ieri mattina si trovavano nei tribunali veneziani.
Meno di due settimane fa, un episodio analogo. A telefonare alla centrale operativa dei carabinieri di Adria era stato un uomo che si era qualificato come un appartenente ad Indipendenza Veneta.
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