«Una bicchierata per ricordare Andrea»

Tragedia in palestra a Portogruaro. L’idea del padre: «Non voglio facce tristi quando daremo l’ultimo saluto a mio figlio»
Di Rosario Padovano

CINTO. Non vuole facce tristi al funerale di suo figlio. Anzi, al termine delle esequie, dà appuntamento a tutti coloro che hanno voluto bene ad Andrea per un brindisi alla sua memoria in un baretto di via Roma. Questo è il proposito di Giorgio Carolo, il padre di Andrea, il ciclista dilettante di 21 anni deceduto dopo una sauna mentre si trovava nell’idromassaggio del centro sportivo e fitness Arthena 5 nel rione delle piscine a Portogruaro. Ieri è stata una giornata molto intensa. Dall’Australia, precisamente da Melbourne dopo uno scalo a Dubai, è atterrato a Venezia il fratello maggiore di Andrea, Alex Carolo, anche lui cuoco. Dall’ospedale di San Donà, in attesa dell’autopsia disposta per oggi, è arrivata la certezza che Andrea donerà gli organi. Purtroppo è stato eseguito solo l’espianto delle cornee.

«Non è stato possibile fare di più, ma a noi va bene così, in fondo», dice il padre Giorgio, che da giorni mantiene un’ammirevole lucidità, «tra l’altro non abbiamo nominato un perito di parte per l’esame autoptico. Attendiamo che venga eseguito, poi si vedrà».

Il proposito, per il giorno dei funerali, è quello di organizzare una bicchierata tra amici, nel ricordo di Andrea. «Io, come tutti, ci stiamo ponendo domande. Ma non mi stupisco di quanto accaduto, nel senso che altri giovani corridori sono morti in passato», ha aggiunto, «credo che dopo l'autopsia fisseranno data e ora dei funerali. Ho deciso. Dopo le esequie andremo in un bar e faremo un brindisi. Solleveremo tutti assieme una pinta di birra e brinderemo. Alla memoria di mio figlio».

Andrea era in attesa del salto tra i professionisti. Il ciclismo era la sua vita, e sognava diventasse un lavoro. «Assieme a Thomas, l'altro mio figlio, abbiamo scalato il Col du Tourmalet, la mitica montagna francese, durante il Tour de France 2010. Sto rivedendo le fotografie. Lui era riuscito a completare il Tourmalet senza mettere piede a terra, lo ha scalato tutto. Era un bravo scalatore, il sogno era quello dell’ingresso nel professionismo».

C’è un legame tra questa tragedia, quella di Andrea e quella dello sportivo di Sacile, Denis Zanette, morto dopo una seduta dal dentista, il 10 gennaio 2003. Zanette era un amico della famiglia Carolo.

«Denis era un nostro amico. Dopo la vittoria alla tappa del Giro d’Italia a Lubiana, nel 2001», ricorda Giorgio Carolo, «Zanette era venuto al nostro ristorante, al Perla di Cinto. Sono venuti a mangiare da noi anche Vincenzo Nibali e Peter Sagan, oggi stelle mondiali delle due ruote».

Erano gli idoli di Andrea, cresciuto a pane e ciclismo. Un amore sconfinato il suo per questo sport. In questi giorni anche il sindaco di Cinto, Gianluca Falcomer, ha voluto porgere le condoglianze alla famiglia.

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