Un velodromo internazionale per Jesolo

Il progetto di una società veronese verrebbe a costare 30 milioni. Cinquemila i posti a sedere

JESOLO. Un grande velodromo internazionale a Jesolo, il più grande in Italia. Una società di Legnago, in provincia di Verona, ha messo gli occhi sulla vasta area prima del sottopasso, in via Roma, esattamente davanti al punto in cui sorgerà anche il centro commerciale progettato dall’architetto Zaha Adid, “Jesolo Magica”.

Una struttura dedicata al ciclismo, ma non solo. Cinquemila posti al coperto, sarebbe il primo in Italia, con un investimento stimato in almeno 30 milioni. Strutture simili esistono solo a Londra, Manchester, poi in Colombia dove si sono svolti i campionati mondiali.

In Italia sarebbe il primo in assoluto. Potrebbe ospitare gare ciclistiche internazionali, ma anche basket, pallavolo e molti altri sport al coperto, senza contare eventi o concerti. Un velodromo di queste dimensioni avrebbe potenzialità enormi per una città turistica come Jesolo che ambisce a vivere anche fuori stagione e non andare più in letargo a settembre, quando se ne vanno anche gli ultimi turisti.

Diventerebbe un punto di riferimento per importanti competizioni ciclistiche nazionali e mondiali, vi potrebbe a esempio arrivare il Giro d’Italia. Al momento ne esiste uno di simile. A Montichiari, in provincia di Brescia, ne è stato realizzato uno, ma con 1600 posti a sedere e non internazionale. La società veronese ha già trovato i finanziamenti e stilato i progetti che sono arrivati in Comune, mentre per un’ipotetica gestione è stata contattata la Jesolo88, società di ciclismo presieduta da Maurizio Pivetta che ha una consolidata esperienza alle spalle, organizzato competizioni e percorsi sportivi e per amatori in tutta Italia. Il Comune avrebbe già valutato positivamente questo progetto, che potrebbe essere realizzato in pochi anni, forse già per il 2016. La stessa data in cui all'incirca dovrebbe sorgere il nuovo megacentro commerciale alle porte del lido, dall’altra parte della strada progettato dall’architetto iracheno naturalizzata britannica che ha concepito il progetto a dir poco avveniristico. Due progetti in un certo senso complementari per rilanciare l’ingresso del lido che doveva essere appannaggio della mai realizzata XSite. La città della musica è ormai archiviata, sebbene vi siano già strade e sottoservizi proprio come in un grande quartiere residenziale incompiuto. Ci sono al suo posto pannelli solari in quantità, mentre anche il progetto di un centro studi e simulazioni della Nasa sembra tramontato.

Giovanni Cagnassi

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