«Un uomo gentile, adorava le barche»

Mira. Andrea Baldan, il commerciante morto nell’auto finita in canale, gestiva un negozio a Venezia. Il ricordo dei colleghi
Di Vera Mantengoli

MIRA. Andrea Baldan era un uomo solare per gli amici e un pilastro per la sua famiglia. Ieri le saracinesche dello storico calzaturificio Baldan erano chiuse. I vicini di bottega, sconvolti dall’accaduto, non avevano parole per commentare la tragica fine dell’amico Andrea, figlio di Gianni, membro della vicina confraternita di San Rocco dal 1979. Una famiglia veneziana conosciuta, stimata e amata. «Non riesco ancora a crederci», racconta Giovanna Erosin del negozio di bigiotteria Margherita, «ho sperato fino all’ultimo che fosse un caso di omonimia perché lo avevo appena visto la sera prima. Era una persona traboccante di vita, pieno di passione e uno dei pochi veneziani rimasti».

Baldan viveva a Mira da quando si era spostato con Elisa e avevano avuto i due piccoli figli Jacopo e Caterina. Nonostante i due fossero separati erano in ottimi rapporti. «Adorava le barche», prosegue Giovanna, «e andare a pescare. Era un signore, gentile, disponibile, allegro. Noi andavamo spesso a bere un caffè, a pranzo insieme o a prendere un aperitivo finito di lavorare».

Prima di prendere le redini del negozio, Baldan aveva fatto il cameraman come freelance e aveva lavorato alla Fincantieri, sempre per costruire barche. Si era poi spostato in Francia, spinto sempre dalla passione di realizzare imbarcazioni. «Io l’ho visto nascere», racconta Anna del tabacchino di fronte, insieme al figlio Luca Pasetti, suo amico di sempre, «era sempre in negozio anche da ragazzo. È impossibile per noi vedere le saracinesche chiuse. Non abbiamo parole».

Baldan ha due fratelli maschi, ma solo lui si è dedicato a portare avanti il negozio storico, aperto da più generazioni. «Veniva sempre qui a commentare le gare di Formula Uno», ricorda Luca del negozio proprio di fronte al calzaturificio, «era davvero una bellissima persona. Noi ci vedevamo ogni giorno, scherzavamo, eravamo amici da ragazzi. Non possiamo credere che sia mancato in questo modo».

Ieri nella zona non si parlava d’altro che di Andrea, di quanto la vita sia incomprensibile portandosi via in un attimo un uomo così buono e di quanto ci si sente impotenti di fronte a questi eventi che spezzano gli affetti senza pietà. «Alla mattina ci scambiavamo sempre qualche battuta pulendo le rispettive vetrine dei negozi», ha ricordato Morena De Marchi dell’Atelier Marega, «e non riesco a credere che sia mancato in questo modo. Era un ragazzo così solare e simpatico. Una persona buona che mancherà a tutti noi».

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