Un tre stelle a 850 mila euro: ecco gli hotel in vendita a Venezia

VENEZIA, C’è chi ha cambiato nome. Il 7Days hotel del distretto di via Ca’ Marcello, della cinese Plateno, è passato di mano nel silenzio. Se cerchi di prenotare il sito rimanda alla catena Campanile, presente in Europa, Asia e Africa.
Nel distretto ha da mesi chiuso i battenti l’ostello della Wombat’s. Resiste l’apart-hotel della Staycity e dal primo marzo ha riaperto i battenti, dopo mesi di chiusura, il Leonardo Royal Hotel, quattro stelle superior. Di fronte è sempre aperto, per metà,l’ostello tedesco A&O.
Ma attorno al distretto alberghiero mestrino, 2.900 posti letto, circolano pure voci di possibili vendite: il gruppo Mtk che doveva costruire un quinto albergo nel terreno dell’Immoarea, a fianco della sede dei sindacati, parrebbe deciso a cedere ad altri l’investimento per un albergo della catena Tribe (Accor Hotel).
Ed è di questi giorni il passaggio di proprietà dell’ex Holiday Inn di Marghera, all’imbocco dell’autostrada per Padova. Il mondo alberghiero mestrino è in fermento. E tanti immobili sono in vendita. Soprattutto strutture a tre stelle.
Alcune è facile individuarle come il Laguna Residence di via Rinascita in vendita da ottobre 2020 con trattativa riservata. Disponibile alla vendita è anche il tre stelle albergo alla Giustizia, 690 mila euro, a fianco della trattoria All’Amelia.
Sempre in via Miranese si vende un hotel 3 stelle con 20 camere (40 posti letto) compresa la licenza, a 850 mila euro. Per 300 mila euro, poi, una locanda tre stelle in zona piazza Barche. O un piccolo boutique hotel di via Gozzi.
Per lo più gli annunci celano i nomi degli alberghi ma le foto spesso sono inequivocabili. In un annuncio compare l’hotel Albatros di viale Don Sturzo a Carpenedo: trattativa riservata per la vendita del ramo d'azienda (licenza, avviamento, arredamento), del 4 stelle, anni ’80 con 143 camere con bagno, su 5 piani, per 8.000 mq, con riscaldamento e climatizzazione autonoma. L’albergo è già in gestione con contratto d’affitto per 18 anni.
Non solo nel centro storico ma anche a Mestre la crisi economica causata dall’emergenza Covid e il crollo, con percentuali di oltre il 90%, del turismo, senza prospettive immediate di risorgere, produce a un anno dal lockdown il via alla campagna di vendite di hotel, B&B, affittacamere.
Claudio Scarpa, direttore Ava è preoccupato: «Purtroppo il turismo a Mestre sta pagando il prezzo più alto a causa di questa crisi. Specializzata nell’accoglienza in gruppi, Mestre sa che li rivedrà non prima della fine della primavera del 2022. Ripartirà, quindi, con molta probabilità, dopo la Venezia insulare. Molti alberghi mestrini hanno chiuso da mesi e non riapriranno a breve termine, servirà quindi una forte attenzione da parte di tutti, categoria compresa, per farli ripartire col piede giusto. Ava assicura da parte sua la massima attenzione. L’Associazione, con Federalberghi, ha avanzato precise e urgenti richieste al governo, fondamentali per salvare il turismo e quindi la città, che sta morendo».
Gli annunci di vendita interessano anche zone a forte attrazione turistica come via Piave e via Trento, dove sono spuntati come funghi i posti letto. La crisi morde ma la destinazione alberghiera è tra le proposte per vendere immobili di pregio. Come la palazzina primi Novecento che ha ospitato la scuola paritaria Madonna della Salute chiusa dalla scorsa estate, sul Terraglio. In vendita, a un milione.
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