Un tecnico italiano rapito in Libia: è originario di Martellago
MARTELLAGO. Un tecnico della società di costruzione “Enrico Ravanelli” di Venzone, il veneziano Gianluca Salviato, 48 anni, è scomparso ieri dalla zona di Tobruk, che si trova nella parte orientale della Libia. In quell’area l’azienda friulana è attualmente impegnata con un cantiere per opere di urbanizzazione. Alla Farnesina, nella tarda serata di ieri, l’uomo risultava «irreperibile». Tuttavia, secondo le prime informazioni della polizia libica, l’uomo potrebbe essere stato sequestrato a scopo di estorsione. E anche l’agenzia Ansa ieri sera parlava di un tecnico rapito.
A Venzone, in azienda, e soprattutto nel Veneziano, dove Salviato è nato, la tensione e la preoccupazione sono altissime perché nell’auto del tecnico idraulico - che è diabetico - è stato trovato, insieme ai suoi effetti personali, anche il kit con la sua riserva di insulina e altre medicine. Si teme, dunque, per la sua vita. L’unità di Crisi del ministero, in costante contatto con l’ambasciata italiana a Tripoli, sta seguendo gli sviluppi del caso ora per ora.
«Da quello che abbiamo saputo, Gianluca si era recato in città, a Tobruk, per alcuni collaudi», ha riferito al telefono un portavoce della Ravanelli nella tarda serata di ieri, «e a mezzogiorno era atteso in cantiere, come al solito. Ma nessuno l’ha visto rientrare. L’allarme e le ricerche sono scattate immediatamente. Abbiamo avvertito le forze dell’ordine di Tobruk e tutte le autorità libiche. L’intera cittadina si è mobilitata per ritrovarlo - riferisce ancora il rappresentante dell’azienda di Venzone -, ma purtroppo, per il momento, è stata individuata solo la sua vettura». E tale ritrovamento non è stata una buona notizia in quanto, come detto, nell’abitacolo c’erano i farmaci salvavita di Salviato. «Lo stanno cercando strada per strada», dicono ancora dalla Ravanelli, «mentre noi da qui siamo in collegamento costante con il cantiere. Ma sono tutti fuori, appunto nella speranza di rintracciarlo al più presto». Il tecnico veneziano mercoledì scorso scriveva nella sua pagina facebook scriveva di sentire «ripetute raffiche di kalashnikov».
La Enrico Ravanelli Spa di Venzone è una società di costruzione impegnata dall’ottobre 2012 nei lavori per la ricostruzione degli impianti idrici e fognari di Tobruk, una cittadina che si trova nella regione orientale della Cirenaica dove nel 2011 scaturì, a Bengasi, la rivolta contro Muammar Gheddafi. Da allora quella zona è rimasta la più turbolenta del Paese nordafricano.
Famiglia chiusa nel silenzio. A Martellago, in via Verdi, dove risiede la famiglia di origine di Gianluca Salviato, il tecnico rapito in Libia, sono ore di ansia. Al telefono di casa risponde una delle sorelle dell'uomo. Il tono è molto nervoso, l'apprensione per le sorti del fratello è palese. La donna non vuole commentare l'accaduto e si limita a poche parole prima di riagganciare la cornetta. «Per ora non vogliamo parlare o lanciare appelli» dice, sottolineando che l'intera famiglia (sono tre i fratelli di Salviato) è in costante contatto con la Farnesina.
Lavorava all'estero perché non trovava in Italia. «Era andato a lavorare all'estero qualche anno fa perchè qui in Italia non riusciva a trovare un'occupazione». È quanto racconta di Gianluca Salviato, il tecnico rapito in Libia, una amica. Salviato, sposato e senza figli, risiede a Trebaseleghe, nel padovano. «È un uomo normale, come tutti gli altri - dice ancora la donna - che aveva scelto la Libia anche per garantire una sussistenza alla famiglia, visto che la moglie era rimasta senza lavoro».
Orsoni: "Mi auguro una soluzione rapida". «Esprimo la mia preoccupazione per Gianluca Salviato e mi auguro che nelle prossime ore la sua famiglia possa ottenere quelle notizie positive e tranquillizzanti che anche tutti noi attendiamo». Con queste parole il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni ha commentato la notizia della scomparsa in Libia di Gianluca Salviato, tecnico presso un'impresa che operava in Cirenaica e fratello di una dipendente del Comune di Venezia. «Alla famiglia Salviato, alla nostra dipendente, la vicinanza del Comune di Venezia in questa particolare situazione di attesa che, ribadisco, tutti ci auguriamo possa risolversi al più presto e nel migliore dei modi possibili»
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