Un secolo dietro i banchi del negozio di alimentari

Malcontenta. Di padre in figlio la famiglia Stocchero gestisce il locale dal 1917 «Abbiamo visto due guerre, temiamo solo i grandi centri commerciali»
Foto Agenzia Candussi/ Abbadir/ Malcontenta, piazza Malcontenta 10/ L'alimentari Stocchero celebra i 100 anni di attività - nella foto alcune vecchie fotografie
Foto Agenzia Candussi/ Abbadir/ Malcontenta, piazza Malcontenta 10/ L'alimentari Stocchero celebra i 100 anni di attività - nella foto alcune vecchie fotografie

MALCONTENTA. Un negozio di alimentari che ha visto il trascorrere di tre secoli e che è stato gestito ininterrottamente dalla famiglia Stocchero per 100 anni, dal 1917. Un punto di riferimento per il paese di Malcontenta. A breve sarà messa una targa sul muro del negozio per ricordare il centenario della gestione dell’attività. A raccontare questa storia straordinaria è Enrico Stocchero, titolare del negozio che si trova in piazzetta Malcontenta 10.

«Mio nonno Giovanni, originario di Montecchio Maggiore», spiega Enrico Stocchero, «rilevò l’attività, un negozio di alimentari e salumeria, dagli zii nella primavera del 1917: quell’anno, con la disfatta di Caporetto, l’esercito austroungarico era a pochi chilometri da Venezia». Il negozio di alimentari era stato aperto nel 1890 circa, appunto dagli zii di Giovanni Stocchero. «Mio nonno Giovanni lo gestì», continua Enrico, «dal 1917 al 1954, quando il negozio passò a mio papà Aldo. La gestione poi passò a me dal 1997 e tuttora lo gestisco insieme a due dipendenti». Il papà Aldo è morto a 91 anni due settimane fa.

La famiglia Stocchero ricorda i tanti travagli passati e la forza di volontà e sacrificio. Ancora tiene custodite le cartoline di inizio Novecento su Malcontenta e Villa Foscari, che si vendevano nel negozio degli zii. «Questa famiglia», ricorda la mamma di Enrico, Giancarla Baretton, «e questo negozio hanno visto due guerre mondiali e la rapida industrializzazione di Porto Marghera. Il paese di Malcontenta dal 1917 è cambiato radicalmente, ma noi siamo sempre stati un punto di riferimento per tutti. Abbiamo gestito durante la seconda guerra mondiale e nel secondo dopoguerra le tessere annonarie di distribuzione del cibo. Il nostro negozio era un punto di rifermento per le tante persone povere che avevano perso tutto e avevano necessità di sfamare le famiglie, allora con prole più numerosa di quelle attuali». In paese tanti ricordano gli atti di generosità degli Stocchero. Dopo la potente industrializzazione di Porto Marghera degli anni ’60 e ’70, alla fine degli anni ’90 il pericolo per il minimarket è diventato un altro: «In questi ultimi 20 anni», racconta Enrico, «il problema più grande è stato la concorrenza delle grosse catene di distribuzione e la vicinanza di centri commerciali come Panorama, Nave de Vero, Lando. Siamo ancora qui perché offriamo genuinità, un servizio che va oltre il prezzo e perché la gente sa chi siamo e se qualcosa non va ce lo può dire personalmente».

Il presidente della Municipalità di Marghera è pronto a dare un riconoscimento alla famiglia Stocchero insieme al sindaco di Mira. «Si tratta», dice Gianfranco Bettin, «di un’impresa eroica. Questo negozio e questa famiglia rappresentano le radici di un territorio: non vanno perse».

Alessandro Abbadir

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