“Un secolo di carta”, Venezia raccontata in 1820 giornali

Quotidiani, bollettini di parrocchia, fogli politici e sindacli, giornalini scolastici: tutto ora a portata di click grazie all’importante ricerca effettuata dall’Istituto veneziano per la storia della resistenza e della società contemporanea

VENEZIA. «Diffidare delle raccomandazioni degli impiegati negli alberghi per gli acquisti. Diffidare assolutamente dei gondolieri (...). Sulla piazza San Marco non vi sono che agenti interessati alle case camorristiche (frutto di interessi, ndr) e percepiscono il 20% sulle vendite. Negli stabilimenti domandate la fattura con origine e natura degli oggetti acquistati. Assicuratevi che i merletti spacciati per veneziani sieno veneziani». Così si legge nel “Messaggio ai forestieri” apparso su “Venice News”, settimanale in lingua inglese per turisti inglesi e americani. Attenzione alla data: è il 24 maggio 1888.

È questo uno dei 1820 giornali, periodici, bollettini, almanacchi, fogli pubblicati a Venezia tra il 1866 e il 1969: stampe anarchiche e fasciste, di cronaca o di parrocchia, di storia o bricolage, vissute il volgere di un solo numero o dall’esistenza più che secolare. Quotidiani, settimanali “rossi” e cattolici, mensili di categoria, bollettini sindacali, ora catalogati, spesso ri-scoperti, seguiti nei loro spostamenti di sede e tipografia, nei cambiamenti di testata e corpo redazionale, grazie al progetto “Un secolo di carta: repertorio analitico della stampa periodica veneziana 1866-1969”, realizzato dall’Istituto veneziano per la storia della resistenza e della società contemporanea, con il patrocinio di Comune e Ordine dei giornalisti.

Una ricerca improba - soprattutto per la mancanza di fondi - che solo il piacere “folle” della voglia di sapere è riuscito a portare in porto e che ora è un sito, www.unsecolodicartavenezia.it, dove chiunque può rintracciare la scheda di presentazione di ognuna di queste testate, le foto di copertina, stralci di editoriale: un click per ricerca storica o per il piacere di perdersi in un mare di carta che racconta una città viva, ricca di idee e voglia di comunicarle. Un’impresa decennale che ha visto la luce grazie alla caparbia curiosità storica del direttore dell’Iveser, Marco Borghi, e dello staff di 18 ricercatori - spesso volontari - ad onta delle poche risorse disponibili, avendo potuto contare solo su un contribuito iniziale della Fondazione Cassa di Risparmio.

«Un lavoro che rappresenta la società veneziana», spiega lo storico Mario Isnenghi, «man mano che il tempo passa, i giornali diventano storia: c'erano 7 quotidiani nella sola Venezia a fine Ottocento. Non è detto che ce la dicano giusta: la storia non si basa solo sui giornali, ma questa ricerca porta tantissimi nomi, date, luoghi, sedi, tipografie. Questo studio analitico è anche autocoscienza collettiva, storia di gruppi che si associano. Non tutti questi giornali avevano dei lettori, centinaia i numeri unici, ma è città». «Eravamo partiti pensando di censire 6-700 testate e ne abbiamo scoperte 1820», racconta Borghi, «pensavamo di fermaci al 1945, ma sarebbe stata esclusa la terraferma: così anche Mestre e Porto Marghera hanno ritrovato i loro bollettini, i giornali operai e studenteschi».

Chicca finale, tra le mille che si possono scoprire nel sito: l’ “Avanguardia” giornale del Partito popolare, apre il suo primo numero con un editoriale: “L’Arsenale di Venezia ai Veneziani”. Era il 1919: è cronaca di questi giorni.

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