«Un ruolo di garanzia per l’M9, una sfida che accetto volentieri»

Mestre. Luigi Magistro, ex commissario del Mose e neo presidente di Polymnia, pronto a tornare in città Fondazione di Venezia gli ha affidato un compito di supervisione del progetto Museo del Novecento
AGENZIA ENTRATE, STUDI DI SETTORE Luigi Magistro, direttore centrale accertamento, fotografato nel corso della tavola rotonda sugli studi di settori organizzata presso l'Agenzia delle Entrate oggi 11 febbraio 2010...ANSA/GIUSEPPE GIGLIA
AGENZIA ENTRATE, STUDI DI SETTORE Luigi Magistro, direttore centrale accertamento, fotografato nel corso della tavola rotonda sugli studi di settori organizzata presso l'Agenzia delle Entrate oggi 11 febbraio 2010...ANSA/GIUSEPPE GIGLIA

MESTRE. «Il mio sarà un ruolo di garanzia, non avrò deleghe operative ma avrò un compito di supervisione. Dalla prossima settimana comincerò a occuparmi del progetto M9». Luigi Magistro, ex commissario straordinario del Mose, è stato nominato dal presidente della Fondazione di Venezia, Giampietro Brunello, alla presidenza di Polymnia, la società che si sta occupando del cantiere del nuovo museo di Mestre.

Una nomina che Magistro spiega di aver accettato «con grande piacere» e che gli è stata formulata direttamente da Brunello «con cui abbiamo lavorato assieme per molti anni, almeno venti, occupandoci di materie fiscali. Mi ha chiesto di assumere questo nuovo incarico che per me rappresenta una sfida senz’altro nuova e diversa», ci spiega l’ex colonnello della Finanza ai tempi di Mani Pulite e dirigente del Demanio e dell’Agenzia delle Entrate.

Napoletano, 58 anni, Magistro dal 2015 è arrivato in laguna, inviato dal presidente dell’Anac Raffaele Cantone a raddrizzare la vicenda Mose.

Ora si prepara a tornare in città, con un ruolo decisamente diverso: guidare in porto, senza più temporali interni e con certezze operative, il progetto da 100 milioni di euro che entro la fine del 2018 vedrà aprire a Mestre, in pieno centro, il polo culturale M9: museo dedicato alla storia del Novecento italiano con Mestre che diventa emblema del secolo dei cambiamenti sociali, economici, culturali del paese. E poi spazio commerciale con una area retail di pregio nell’ex convento poi distretto militare, dove il restauro è di prossima ultimazione. Attorno il polo culturale con eventi, spazi per mostre temporanee all’ultimo piano. Un progetto atteso per rilanciare Mestre, proiettandola ad una notorietà a livello nazionale ben diversa dall’attuale. Lo stesso Magistro ammette che l’esperienza è del tutto nuova rispetto alla vicenda Mose.

«Quella del Mose per me è una vicenda unica, non solo per gli aspetti tecnici e le difficoltà. I miei colleghi, noto con piacere, stanno continuando ad impegnarsi anima e corpo, con sufficiente successo. Malamocco per esempio è stato completato», rileva l’ex colonnello con un curriculum che lo vede anche docente alla scuola di Polizia tributaria e all’Accademia della Guardia di Finanza. Assieme a Magistro, nominato presidente, nel Cda di Polymnia entra come amministratore delegato l’ingegnere Valerio Zingarelli. Confermati Guido Guerzoni, consigliere con delega agli aspetti museali, l’imprenditore Francesco Fracasso e Luigi Menegatti. Nuove entrate l’ex rettore Amerigo Restucci e il professor Vasco Boatto.

Una riorganizzazione, necessaria dopo le dimissioni polemiche dell’avvocato Giampaolo Fortunati, ultimo atto di una stagione di dissidi, defezioni e polemiche intestine da cui il mondo politico veneziano è rimasto lontano. Ieri ha commentato il deputato di “Articolo 1”, Michele Mognato: «Non ho nulla da eccepire sulle nomine. Mi auguro solo che questo porti a una definitiva stabilità e sia rispettato il crono programma per la costruzione del M9 che è un progetto culturale e di rigenerazione urbana fondamentale per la città nel suo ambito metropolitano».

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