Un rifugio contro la violenza
CHIOGGIA. È nato “Civico Donna”, il porto rifugio in cui le donne di Chioggia, Cavarzere e Cona potranno trovare aiuto, sostegno e consulenze gratuite in caso di violenze, fisiche, verbali o psicologiche, dentro e fuori le mura domestiche. Il nuovo servizio, già attivo e presentato ieri nella giornata internazionale della donna, è finanziato dalla Regione e gestito da una rete d’impresa che comprende due cooperative sociali (Gruppo R e Progetto Now) e l’associazione Carità clodiense. Nel Veneto esistono 15 centri antiviolenza che nel 2015 hanno seguito 1.315 donne, ma la parte meridionale della provincia ne era sprovvista pur avendo numeri e condizioni socioeconomiche che ne giustificano la presenza.
Una donna su due a Chioggia è disoccupata, anche a causa della bassa scolarità, e ciò la rende fortemente dipendente dal compagno, rendendo più difficile rompere il rapporto e trovare il coraggio di denunciare in caso di maltrattamenti. «È stato un percorso difficile», ammette l’assessore alle Pari opportunità, Alessandra Lionello, «l’apertura del centro non è un punto di arrivo, ma una partenza. Sarà un servizio fondamentale per gestire le emergenze, ma noi vogliamo lavorare anche sulla prevenzione facendo educazione e formazione in modo che non si creino i presupposti perché si arrivi alla violenza».
Il centro avrà orari di sportello dal lunedì al venerdì, ma gli operatori saranno reperibili al telefono 24 ore su 24 (numero verde 800-195359 attivo fra un paio di settimane, cellulare 344-3912856 già attivo). Ogni donna potrà trovare il giusto supporto (medico, psicologico, legale), con percorsi personalizzati, gratuiti e in totale privacy. Il centro è al momento ospitato nei locali del consultorio familiare del Distretto sociosanitario dell’Asl 14 (che partecipa alla convenzione) in via Vespucci, sarà gestito da due educatrici professionali, una psicologa e un avvocato. «Nel 96% dei casi le violenze si sviluppano dentro casa», spiega Alice Zorzan di Gruppo R, «sono in aumento gli episodi di violenza assistita, commessa davanti a un minore. Sono aumentate le donne che trovano il coraggio di rivolgersi a noi, è aumentata la condanna sociale per queste violenze, ma c’è ancora molto da fare». Il centro lavorerà molto sulla prevenzione. «Andremo nelle scuole», spiega Claudia Filippi di Progetto Now, «dall’infanzia alle superiori, con approcci diversi tarati sulle età, per parlare di rispetto, di parità di genere e degli strumenti per contrastare la violenza. Creeremo anche eventi di sensibilizzazione per tutta la città, lavorando sul fronte dell’educazione». (e.b.a.)
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