Un recupero di 4 milioni dai costi del personale
Tagli al costo del personale di Ca’ Farsetti per almeno 4 milioni di euro, prelevandoli soprattutto dalla parte variabile delle retribuzioni. Rinuncia a cinque dirigenti comunali assunti a tempo determinato che ad agosto lasceranno il loro incarico e la loro retribuzione. Blocco del turn-over dei dipendenti comunali e di quelli delle partecipate. Forte riduzione dei precari e degli stagionali, dal personale dell’Actv alle supplenti degli asili nido e delle materne. Tagli all’assistenza domiciliare assicurata dal Comune, che oggi vale circa 9 milioni di euro annui e che è assicurata alle famiglie che hanno una quota di reddito che arriva ai 60 mila euro annui (lordi) e che verrà invece rivista al ribasso per risparmiare. Tagli ai contributi del Comune agli affitti.
Sono alcune delle «portate» del «menù di magro» che il commissario prefettizio Vittorio Zappalorto si prepara a servire a Ca’ Farsetti per recupera i 47 milioni di euro necessari a chiudere in pareggio il bilancio di previsione 2014. Un bilancio da chiudere entro fine agosto per approvarlo entro settembre.
Il direttore generale del Comune Marco Agostini - che “presidia” Ca’ Farsetti anche quando, come ieri, Zappalorto non c’è - ha fatto il punto sul bilancio che verrà e che non risparmierà riduzioni di spesa in nessuna direzione, partecipate comprese. Proprio oggi il Consiglio comunale presieduto da Zappalorto varerà anche un atto di indirizzo per le società controllate dal Comune - a cominciare dalla più grossa di tutte, Actv-Avm – che prevederà appunto il blocco del turn-over, delle retribuzioni variabili e un deciso taglio all’assunzione di stagionali.
«Il commissario - ha spiegato ieri Agostini - pensa di recuperare circa 2 milioni di euro dalla rinuncia a cinque dirigenti a tempo determinato, che non saranno confermati e da una riorganizzazione organizzativa degli uffici comunali, eliminando sprechi e doppioni. Altri 2 milioni di euro arriveranno invece da tagli a una quota della retribuzione variabile dei dipendenti comunali e anche da una revisione delle posizioni organizzative, che oggi sono circa 250. Valuteremo anche nel confronto con i sindacati se eliminarne una parte o procedere invece a una riduzione economica dell’integrazione di stipendio legata al ruolo, che valga per tutti con l’obiettivo però di raggiungere gli stessi risparmi».
Si risparmierà anche sui precari. «Certamente quest’anno non sarà possibile procedere alle previste stabilizzazioni di precari comunali - ha spiegato ancora Agostini - ma si interverrà anche sulle supplenti degli asili nido e delle scuole materne, riducendone il numero. La percentuale regionale è di una maestra ogni 8 bambini, quella del Comune di Venezia è molto più bassa, di una maestra ogni sei. Basterà ridurre questa percentuale di meno di un’unità per recuperare circa un milione di euro di risorse». Prevista anche una riduzione non indifferente della spesa sociale, da sempre fiore all’occhiello del Comune. «L’assistenza domiciliare - ha spiegato ieri ancora il direttore generale del Comune - andava già verso una riorganizzazione con il passaggio del servizio a nuove fondazioni, ma non possiamo più permetterci di erogarlo anche a chi ha un reddito familiare di 60 mila euro annui. Dovremmo ridurre almeno in parte l’erogazione del servizio». Stesso discorso per i contributi che il Comune euro per il sostegno del pagamento degli affitti ai cittadini più indigenti.
«Anche qui si dovrà intervenire - commenta Agostini - ma senza tagli selvaggi, perché il risultato sarebbe altrimenti un aumento immediato degli sfratti per morosità». Ma non si trascurerà neppure il fronte delle entrate, con misure anche “mirate”, come un aumento del contributo per i consumi di chi utilizza oggi uno spazio comunale, palestre comprese.
«Oggi il contributo richiesto a chi usa questi spazi è del 7 per cento dei consumi - ha detto Agostini - ma verrà sicuramente elevato, portando però anche a un uso più “virtuoso” di questi spazi, eliminando eventuali sprechi. Anche sul fronte delle biblioteche comunali, si procederà a una razionalizzazione di quelle esistenti, garantendo comunque l’apertura di almeno una biblioteca comunale per ogni municipalità». Misure numerose e ridistribuite un po’ su tutti i settori, ma il conto finale per i cittadini sarà indubbiamente pesante, pur cercando di tutelare le fasce più deboli.
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