Un pozzo nel deserto del Niger per ricordare Silvano Trevisan

I colleghi dell’ingegnere di San Stino rapito e ucciso dagli estremisti islamici lo faranno scavare intitolandolo all’amico: «Lui amava molto l’africa»

di Rosario Padovano

SAN STINO. Del rimpatrio di Silvano Trevisan, l’ingegnere nato e vissuto fino a 11 anni nella cittadina del Livenza e trucidato in Nigeria dai terroristi di Angaru, ancora purtroppo non si sa nulla. Ma la sua Africa non lo dimentica.

Lo ricorda nel vicino Niger un’associazione che riunisce i tecnici e le maestranze di cantiere che l’hanno conosciuto e apprezzato. Il none dell’associazione: “Memorie di Cantiere”.

«Di concerto con l’Organizzazione Umanitaria Bambini nel Deserto», spiegano gli aderenti al gruppo, «abbiamo deciso di intitolare a Silvano Trevisan il pozzo di Abardek (Niger) che andremo a costruire anche grazie alle donazioni derivanti dall'eBook Memorie di Cantiere. Un gesto simbolico in un paese, l'Africa, che Silvano certamente amava molto».

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