Un posto provvisorio per la famiglia sfrattata
LIDO. La famiglia sfrattata mercoledì mattina a Ca’ Bianca ha trovato una sistemazione provvisoria grazie all’aiuto ricevuto da un conoscente, che ha deciso di pagare le spese di pernotto alla foresteria del tennis club Ca’ del Moro per due-tre giorni. Madre e due figli hanno così potuto dormire in una camera dopo essere rimasti in mezzo alla strada per il pignoramento, e il successivo sfratto esecutivo dal loro appartamento, non potendo più pagare il mutuo.
La banca nella quale era stato acceso il mutuo, Unicredit, ha lasciato tutto il tempo necessario in base agli iter previsti in questi casi, ma poi è arrivato un inevitabile sfratto. S.F. e i suoi due figli ha ora meno di due settimane per trovare una alternativa, e in caso contrario rischia che i mobili di casa vengano messi all’asta. Ieri la donna, che sta attendendo le visite per ricevere il riconoscimento della invalidità a causa della frattura di una vertebra, e che quindi non può lavorare e mantenersi, è stata invitata dal presidente della Municipalità a un incontro con l’assessore alla Casa e i suoi dirigenti, che era proprio in programma al Lido nella sede di via Gallo.
«Speravo potessero dirmi di avere a disposizione un alloggio, anche provvisorio, per poter avere il tempo di riorganizzarmi», ha detto S.F., «invece non ce ne sono. Il Comune dice di potermi aiutare solo in ‘autonomia’. Domani (oggi, ndr) mi hanno concesso un appuntamento e dicono di potermi dare un contributo immediato di 1.500 euro. Ma non potendo lavorare tra due mesi mi ritroverei di nuovo a non poter mantenere un alloggio, ammesso che mi riuscisse di trovarlo. Di appartamenti pubblici chiusi ce ne sono, ma non voglio sfondare una porta e passare dalla parte del torto come fatto invece da altre persone».
Simone Bianchi
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia