Un poliziotto accusato di favorire banda di ladri
Stando alle accuse, il poliziotto in servizio all’Ufficio passaporti della questura veneziana era a disposizione di una banda che metteva a segno furti e che, comunque, era composta da pregiudicati piuttosto noti. Così, il 45enne Marco Vecchiato, assistente di polizia, è finito sotto processo per essersi introdotto abusivamente nella Banca dati del ministero degli Interni. Che si fosse introdotto nel sistema che raccoglie ogni notizia sui cittadini italiani, e non, con disavventure giudiziarie gli inquirenti non avrebbero dubbi: hanno trovato anche i riscontri esatti, quelli per due giorni, l’11 agosto 2011 e il 16 settembre dello stesso anno.
A queste prove si aggiunge il sospetto che le informazioni raccolte attraverso quella consultazioni via computer sarebbero state passate a Iolanda Zerella (49 anni, Piombino Dese), che a sua volta le aveva fornite a Camilla Fracasso (34 anni, Battaglia Terme), figlia del pregiudicato Rienzi Fracasso (66 anni, Dese). Così, sia le due donne, sia il pregiudicato, sia un secondo uomo, Filippo Nardin (37 anni, Mira) sono finiti sotto processo assieme al poliziotto, quest’ultimo per aver passato le informazioni, gli altri per averle ricevute e, in quale modo, per aver ideato il modo di ottenerle.
Dalla Banca dati del ministero degli Interni è possibile sapere se una persona è indagata o meno e se lo è per quale motivo. Così, chi è sotto inchiesta, venendo a conoscenza della circostanza, può prestare attenzione, ad esempio evitare di parlare al telefono temendo di essere intercettato dagli investigatori o evitare di frequentare luoghi sospetti, temendo di essere seguito e controllato. Se davvero Rienzi Fracasso, la figlia e Filippo Nardin in quei mesi del 2011erano tenuti d’occhio, Vecchiato, informandoli, avrebbe creato non pochi problemi a chi li stava controllando per conoscere le loro mosse. E proprio pochi mesi prima, stando alle vecchie accuse, Rienzi Fracasso aveva ideato e messo a segno una rapina ad un furgone porta valori a Torri di Quartesolo, in provincia di Vicenza. Un “colpo” che aveva fruttato ben 250 mila euro, tra i complici c’era anche uno che un tempo faceva parte della banda della Riviera del Brenta, il veneziano Giampaolo Manca, ma tra i complici c’era soprattutto la guardia giurata che guidava il furgone blindato. Anche sua figlia è stata più volte inquisita, per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, per rapina e per altri reati. Una banda molto attiva in quegli anni e proprio per questo interessata a capire se gli inquirenti pensavano a loro o meno.
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