Un pilota Actv: «Navigazione a rischio»

Rappresentante per la sicurezza: «Da mesi segnalo i pericoli, basta. Se c’è nebbia useremo solo mezzi con radar idonei»
Di Giorgio Cecchetti
Vitucci Venezia 17.01.2012.- Nebbia fitta in Canal Grande.- Interpress
Vitucci Venezia 17.01.2012.- Nebbia fitta in Canal Grande.- Interpress

Ormai, in laguna, ci sono numerosi canali che dovrebbero essere dichiarati non navigabili. Per sostenerlo, dopo l’ennesimo incidente a un mezzo dell’Actv, interviene Luigi Bognolo, pilota dell’azienda comunale che ricopre la carica di rappresentante per la sicurezza dei lavoratori. Bognolo, da oltre un anno almeno scrive al prefetto, alla Capitaneria di Porto e ai vertici dell’Actv per segnalare e denunciare le condizioni in cui si trovano molti canali che i mezzi pubblici percorrono decine di volte ogni giorno, canali «che non rivestono più le caratteristiche previste dalle normative vigenti in tema di sicurezza per la navigazione», si legge ad esempio nella missiva inviata il 25 febbraio 2015.

«Il primo problema da affrontare tra i molti», sostiene Bognolo, «è quello della nebbia: mancano molte bricole e quando ci sono le luci non esistono o sono ridotte a piccoli lumini. I visibilimetri (strumenti sistemati a San Nicolò, Tronchetto, Fondamenta Nuove e altre zone per segnalare l’intensità della nebbia, ndr) non funzionano, molti radar sono inadeguati e il piano nebbia risale a 15 anni fa, è ormai obsoleto».

I piloti devono fare i conti con altro: il traffico enorme e confuso e la velocità che, per rispettare gli orari, i mezzi devono tenere. «Certo, gli errori umani ci sono e ci sono stati», prosegue Bognolo, «ma ci mettono nelle condizioni di rischiare». Così, nell’ultima lettera ha minacciato che nelle prossime giornate di nebbia, i piloti faranno servizio esclusivamente per collegare le isole e impiegando soltanto i mezzi con i radar idonei, quelle cosiddetti fluviali, cioè utilizzabili nella navigazione nei canali più stretti.

Nella missiva del 25 febbraio scorso, il rappresentante della sicurezza elencava una numerosa serie di canali in cui mancavano bricole e luci e scriveva. «Poiché il perdurare di simili condizioni potrebbe generare incidenti e danni ai mezzi aziendali, in mancanza di interventi immediati in grado dei ripristinare la segnaletica necessaria a garantire la sicurezza della navigazione, i piloti si vedranno costretti a verificare di volta in volta il rischio di arenarsi su secche non segnalate e le condizioni meteo marine idonee alla navigazione».

Con un’ altra lettera, il 9 marzo segnalava di aver centrato con il suo motoscafo «tra il canale delle Navi e quello di San Nicolò un corpo sommerso presumibilmente trattasi della parte residua del gruppo di pali che forma la dama» (si tratta della bricola che segnala l’inizio di un canale di navigazione). Ancora il 17 luglio e, infine, il 10 novembre scorso sostiene che nulla è stato ancora fatto per le bricole crollate e per le luci mancanti.

Ma non è finita. Alcuni degli incidenti più gravi, ad esempio quello del lungo palo che si è infilato nella cabina piena di gente del motoscafo alla Giudecca a causa di una manovra errata, è dovuta al guasto dell’invertitore di marcia. «Per ogni turno un mezzo, in media, compie 120 fermate», spiega Bognolo, «quindi la strumentazione per il comando del mezzo è sottoposta ad uno stress da uso notevole e proprio per questo sarebbe necessaria una manutenzione continua ed attenta, invece questo non accade».

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